“È bello vedervi qui, ogni venerdì sera sul Nove. È bello lavorare sul Nove. Che fosse bello lavorare sul Nove io l’ho capito sette anni fa, poi è arrivato Fazio adesso dicono che arriverà anche Amadeus. Fratelli, io per Discovery sono contentissimo: siamo partiti che eravamo lo sgabuzzino della tv italiana e adesso il Nove sembra Lampedusa, dove arrivano tutti”, la bomba di telemercato commentata in diretta da Maurizio Crozza. “Non c’è nulla da ridere perché io diventerò sempre più marginale. Praticamente farò la fine di Di Maio. Sto scherzando fratelli. Ma ovviamente la domanda sorge spontanea: come mai scappano tutti dalla Rai?”, ha continuato il comico genovese. Gli autogol, i demeriti, i danni economici, i rischi auditel con cui dovrà fare i conti il servizio pubblico sono noti e discussi. Ma dall’altra parte della finestra c’è chi si gode la festa, il momento, l’ascesa: il Nove, il gruppo Warner Bros. Discovery.
Maurizio Crozza aveva aperto le danze salutando La7, lo scorso anno Fabio Fazio era stato spinto fuori da Rai3. La prova del Nove, come si suol dire: ascolti record, praticamente gli stessi ottenuti la domenica sera sulla terza rete, lì dove prima del suo arrivo si navigava intorno al 2% di share. “Non ho rotto il duopolio, è solo un programma che si aggiunge a una rete. Abbiamo forse dimostrato che c’è spazio per costruire qualcosa altrove rispetto ai luoghi consueti“, ha dichiarato Fazio a FqMagazine.
Se il duopolio non è rotto, scricchiola. Il colosso americano rappresenta in Italia il terzo editore nazionale, nel 2023 nelle 24 ore ha ottenuto una media dell’8,6% di share. Il gruppo guidato in Italia da Alessandro Araimo può vantare, stando alle elaborazioni dello studio Frasi su dati Auditel riportato dal Sole 24 Ore, solo sul Nove di una crescita del 49,2% sulle prime trenta settimane di questa stagione (10/09/2023-06/04/2024) rispetto allo stesso periodo della stagione 2022-23. L’ascolto medio in prima serata è di 672mila individui per uno share del 3,4 per cento, l’età media dello spettatore è di 55 anni.
Numeri destinati a crescere, portando via a Rai e Mediaset ascolti, pubblicità e soprattutto la scena. Nove è già sul podio delle reti più viste il venerdì e la domenica sera, ottiene buoni ascolti con il programma comico “OnlyFun”, giunto alla quarta edizione, o con “Don’t forget the lyrics“. Grazie a una campagna acquisti oculata e ragionata, con al centro l’artista a cui concedere libertà e autonomia. Il colpo Amadeus sullo sfondo, il simbolo della tv nazionalpopolare, per il prime time, forse un ruolo dirigenziale ma soprattutto nell’access prime time. Perché la Rai non dirà addio solo al suo volto di punta ma anche un format collaudatissimo come “I Soliti Ignoti“, un binomio che certamente sposterà telespettatori (quanti lo dirà il tempo) ma questo accadrà nella fascia più prestigiosa, dove bastano due o tre punti a cambiare medie ed equilibri.
Discovery è il nuovo mondo da scoprire, la nuova frontiera, è l’editore che rischia di smuovere per davvero gli equilibri dopo anni di calma piatta. Con una campagna acquisti che ricorda i tempi d’oro di Rai e Mediaset, ora però il servizio pubblico perde pedine e Mediaset assiste in silenzio. Non gioca nemmeno la partita. Con Sky ugualmente immobile (il calcio costa quel che costa) e La7 oscurata mediaticamente dal nuovo polo televisivo. Contratti milionari, certo, ma soprattutto libertà, innovazione e visione. Cosa che non sembrano più appartenere alla “vecchia tv“.
C’è chi assicura che questo sia solo l’inizio, lontani ancora tre mesi dalle presentazioni dei palinsesti, vicini a nuovi colpi di scena. Discovery punterà anche sull’informazione? È alla ricerca di un talent show o di un reality? “Io non sono mai di un’azienda. Io sono libero. Il mio contratto inizia alla prima puntata e finisce all’ultima”, ha dichiarato Fiorello a Tv Talk. Parole che non sembrano certo annunciare un ritorno di “Viva Rai2“ dal prossimo novembre. E di doman non v’è certezza.