Una proposta “scandalosa” e un “passo indietro per l’Italia“. “Siamo sconvolti, delirio degno delle peggiori dittature”. E soprattutto sono disposizioni “contrarie al nuovo regolamento europeo sulla libertà di stampa”. La proposta di Fratelli d’Italia di prevedere fino a 4 anni e mezzo di carcere per i giornalisti condannati per diffamazione non ha provocato le proteste solo delle opposizioni e degli stessi alleati di governo, ma ha messo in allerta Reporter Senza Frontiere e la Federazione Europea dei giornalisti. L’iniziativa del partito di Giorgia Meloni infatti, va contro quanto già stabilito dalla Corte costituzionale sull’illegittimità delle pene detentive per i media. Ma Fdi, per ora, non vuole sentire ragioni e va avanti ignorando persino le perplessità degli alleati. Intanto ha parlato anche il procuratore di Napoli Nicola Gratteri: “Tutto parte dalla Cartabia”, ha detto riferendosi all’ex ministra della Giustizia e al bavaglio introdotto sull’informazione giudiziaria. “Quando è stata fatta sono stati tutti zitti, direttori e i proprietari di tv e giornali nessuno ha protestato e oggi i giornalisti, soprattutto quelli che fanno la cronaca nera, si sono resi conto che non possono più lavorare”.
Martedì a Palazzo Madama ci sarà il confronto tra le forze politiche della maggioranza sugli emendamenti. La proposta ha scatenato le polemiche dell’opposizione e diviso il centrodestra, con Forza Italia, Lega e Noi moderati contrarie all’ipotesi di pene detentive per i giornalisti condannati per diffamazione. Un’ipotesi che si è concretizzata con il blitz (a sorpresa) dal senatore di Fdi Gianni Berrino che ha firmato l’emendamento. Interpellato dall’Adnkronos, che gli ha chiesto se esistano margini per rivederlo, ha replicato: “Al momento gli emendamenti sono questi, poi si vedrà”.
Proprio la determinazione di Fratelli d’Italia inquieta le associazioni che tutelano i diritti dei giornalisti in Europa. “Questo emendamento è assolutamente scandaloso”, ha dichiarato a LaPresse il portavoce di Reporter Sans Frontières Pavol Szalai. “Va contro la decisione della Corte costituzionale italiana e invitiamo la maggioranza al potere a non votarlo. Sarà un grande passo indietro in Italia. Ci tengo anche a sottolineare che questa riforma ha anche misure pericolose a causa del divieto di esercizio giornalistico. Un giornalista condannato per diffamazione può essere interdetto dall’esercizio della professione e questo è contrario agli obblighi internazionali dell’Italia. Costituirà una violazione diretta del diritto internazionale perché una sentenza del genere violerebbe la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e le disposizioni del Patto internazionale sui diritti civili e politici. Quindi queste due misure, la reintroduzione della pena detentiva nella riforma e il divieto di lavorare come giornalista, sono scandalose e pericolose”.
Una condanna netta è arrivata anche dalla Federazione europea dei giornalisti (Efj): “Si tratta di una deriva orwelliana particolarmente pericolosa, che ricorda i tempi bui dell’Italia fascista”, ha dichiarato sempre a LaPresse Ricardo Gutiérrez, segretario generale dell’Efj. “Si tratta semplicemente di criminalizzare l’esercizio del giornalismo in Italia e di imporre un’autocensura generalizzata. Il diritto di accesso alle informazioni dei cittadini italiani sarebbe completamente compromesso qualora tali disposizioni venissero adottate”. L’Efj è la più grande organizzazione di giornalisti in Europa, che rappresenta oltre 320.000 cronisti, con 73 membri in 45 Paesi. “Confondere diffamazione e notizie false è il culmine della perversità”, ha detto ancora Gutiérrez. “Lo strumento definitivo di censura che consentirà a chi è al potere di incarcerare i giornalisti che servono l’interesse pubblico denunciando gli eccessi di chi è al potere. Come principale organizzazione rappresentativa dei giornalisti in Europa, siamo sconvolti da tali proposte. Non avremmo mai pensato di arrivare a un delirio così liberticida, degno delle peggiori dittature“. E ancora: “Questi tentativi di imporre la censura legale vanno completamente contro gli standard legali europei sulla libertà di stampa, basati sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Queste proposte sono del tutto contrarie anche al nuovo regolamento europeo sulla libertà di stampa, che entrerà automaticamente in vigore nei prossimi mesi. Con tali proposte la maggioranza di governo italiana si autoesclude dall’Europa dei diritti umani e dall’Unione europea“.
Ma l’intervento di Fdi sta provocando molti malumori anche nella stessa maggioranza. Forza Italia si è già detta contraria. “Abbiamo già detto che è una proposta legittima ma che personalmente io non condivido”, ha dichiarato nelle scorse ore il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Credo che abbia più effetto una sanzione amministrativa salata rispetto a una minaccia di carcere che non verrebbe mai applicata”. Ma anche dentro Fratelli d’Italia i pareri non sono unanimi. “Oggi sembra sia arrivato il tempo di normare meglio l’attività giornalistica”, ha detto il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci su Telecolor, “che lo si debba fare con multe salate o addirittura con la detenzione naturalmente ho qualche seria perplessità ma non sarò io a fare il censore dei parlamentari, sia chiaro da qualunque parte dovesse arrivare questo tipo di iniziativa”.