“La situazione sul fronte orientale è peggiorata in modo significativo negli ultimi giorni” di fronte all’intensificarsi dell’offensiva russa. Lo ha detto oggi il comandante in capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrsky, secondo quanto riporta l’agenzia France Press. Notizie che rinfocolano i timori sul fatto che le difese di Kiev possano collassare. Syrsky, che ha assunto la guida dell’esercito dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha “licenziato” il predecessore, Valery Zaluzhny, ha affermato inoltre che in questo momento i russi possono anche disporre di armi superiori. Ha parlato di “una significativa intensificazione dell’offensiva nemica dopo le elezioni presidenziali in Russia” dello scorso marzo e ha aggiunto che si sta prendendo la decisione “di rafforzare le zone più problematiche della difesa con la guerra elettronica e la difesa aerea”. Kiev ha fatto sapere che la situazione attorno alla città orientale di Chasiv Yar, sul fronte orientale 20 chilometri ad ovest di Bakhmut, è “difficile e tesa” con l’area sotto “fuoco costante”.
Mosca ha da poco ottenuto le prime conquiste territoriali da quando ha preso Bakhmut e ora sta cercando di avanzare sfruttando la debolezza delle le unità ucraine alle prese con ritardi nella fornitura di aiuti militari da parte degli alleati occidentali. “Il nemico sta attaccando le nostre posizioni nei settori Lyman e Bakhmut con gruppi d’assalto supportati da veicoli corazzati. Nel settore Pokrovsk, stanno cercando di sfondare la nostra difesa utilizzando dozzine di carri armati e nuovi mezzi corazzati”, ha detto Syrsky. “Si è riproposta la questione di riottenere la superiorità tecnica sul nemico con armi ad alta tecnologia. Solo questo ci permetterà di sconfiggere un avversario più grande e di creare le condizioni per prendere l’iniziativa strategica”, ha affermato. “Il secondo problema serio è migliorare la qualità dell’addestramento dei militari, soprattutto delle unità di fanteria, affinché possano sfruttare al meglio tutte le capacità dell’equipaggiamento militare e delle armi occidentali”, ha concluso.
Giovedì scorso il parlamento ucraino ha approvato il disegno di legge che riformerà le regole per il reclutamento dei civili. È stata cancellata la clausola della smobilitazione dei soldati che hanno prestato servizio per 36 mesi. La scelta sarebbe stata presa su suggerimento proprio del comandante delle forze armate ucraine Syrsky. È però un duro colpo per i soldati al fronte da più di di due anni. Pochi giorni prima Kiev aveva deciso di abbassare l’età di leva da 27 a 25 anni. La norma si aggiunge all’introduzione di un registro elettronico delle reclute appena arruolate e alla cancellazione dello status di “parzialmente idoneo” alla leva, che indicava problemi di salute per cui le reclute potevano essere esentate da alcuni ruoli del servizio militare. Le due categorie rimaste al momento sono “idonei” e “non idonei”.
Mondo
Il comandante dell’esercito ucraino: “Situazione ad Est molto peggiorata. Senza nuove armi perdiamo”
“La situazione sul fronte orientale è peggiorata in modo significativo negli ultimi giorni” di fronte all’intensificarsi dell’offensiva russa. Lo ha detto oggi il comandante in capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrsky, secondo quanto riporta l’agenzia France Press. Notizie che rinfocolano i timori sul fatto che le difese di Kiev possano collassare. Syrsky, che ha assunto la guida dell’esercito dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha “licenziato” il predecessore, Valery Zaluzhny, ha affermato inoltre che in questo momento i russi possono anche disporre di armi superiori. Ha parlato di “una significativa intensificazione dell’offensiva nemica dopo le elezioni presidenziali in Russia” dello scorso marzo e ha aggiunto che si sta prendendo la decisione “di rafforzare le zone più problematiche della difesa con la guerra elettronica e la difesa aerea”. Kiev ha fatto sapere che la situazione attorno alla città orientale di Chasiv Yar, sul fronte orientale 20 chilometri ad ovest di Bakhmut, è “difficile e tesa” con l’area sotto “fuoco costante”.
Mosca ha da poco ottenuto le prime conquiste territoriali da quando ha preso Bakhmut e ora sta cercando di avanzare sfruttando la debolezza delle le unità ucraine alle prese con ritardi nella fornitura di aiuti militari da parte degli alleati occidentali. “Il nemico sta attaccando le nostre posizioni nei settori Lyman e Bakhmut con gruppi d’assalto supportati da veicoli corazzati. Nel settore Pokrovsk, stanno cercando di sfondare la nostra difesa utilizzando dozzine di carri armati e nuovi mezzi corazzati”, ha detto Syrsky. “Si è riproposta la questione di riottenere la superiorità tecnica sul nemico con armi ad alta tecnologia. Solo questo ci permetterà di sconfiggere un avversario più grande e di creare le condizioni per prendere l’iniziativa strategica”, ha affermato. “Il secondo problema serio è migliorare la qualità dell’addestramento dei militari, soprattutto delle unità di fanteria, affinché possano sfruttare al meglio tutte le capacità dell’equipaggiamento militare e delle armi occidentali”, ha concluso.
Giovedì scorso il parlamento ucraino ha approvato il disegno di legge che riformerà le regole per il reclutamento dei civili. È stata cancellata la clausola della smobilitazione dei soldati che hanno prestato servizio per 36 mesi. La scelta sarebbe stata presa su suggerimento proprio del comandante delle forze armate ucraine Syrsky. È però un duro colpo per i soldati al fronte da più di di due anni. Pochi giorni prima Kiev aveva deciso di abbassare l’età di leva da 27 a 25 anni. La norma si aggiunge all’introduzione di un registro elettronico delle reclute appena arruolate e alla cancellazione dello status di “parzialmente idoneo” alla leva, che indicava problemi di salute per cui le reclute potevano essere esentate da alcuni ruoli del servizio militare. Le due categorie rimaste al momento sono “idonei” e “non idonei”.
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Il libro bianco per la difesa Ue e i paletti agli acquisti con i prestiti finanziati da eurobond
Roma, 19 mar. -(Adnkronos) - "Il costo della batteria ad oggi rappresenta fino al 45% del costo totale di un veicolo elettrico. Oggi sono attive 263 Gigafactory in tutto il mondo: 214 sono localizzate in Cina, solo 13 in Europa. Le aziende cinesi hanno il primato del mercato, non solo in termini di produzione ma soprattutto di tecnologia". Lo sottolinea il presidente di Stellantis John Elkann, nell'audizione informale presso le Commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato, facendo il punto sui problemi del mercato automobilistico.
"I produttori automobilistici europei - ricorda - stanno affrontando uno svantaggio strutturale rispetto ai loro concorrenti cinesi, pari al 40% del costo manifatturiero complessivo. In particolare, i prezzi dell'energia di paesi produttori di auto europei risultano 5 volte più alti di quelli cinesi. Bisogna inoltre rammentare che per quanto riguarda una Gigafactory, il consumo di energia necessario è 10 volte superiore a quello di uno stabilimento produttivo di autovetture". "Per questa ragione - auspica - l’Europa dovrebbe far scendere i prezzi dell’energia a valori competitivi globali e di mantenerli a livelli costanti e prevedibili".
Palermo, 19 mar. (Adnkronos) - "A proposito delle ultime piogge che, per fortuna, hanno risparmiato Firenze, non solo per l'utilizzo dello scolmatore, ma anche per la scarsa piovosità al Nord del capoluogo nel Val d'Arno e Alto casentino, il governo si permette di suggerire alla Regione e al comune di Pisa l'opportunità di procedere al completamento dello scolmatore e consentirgli la portata stabilita nel progetto originario. D'intesa con Regione e Comune di Pisa si valuterebbe la possibilità di uno specifico finanziamento". Così il ministro per la Protezione civile nel corso del Question time alla Camera dei deputati.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Spinelli, scusala. Ai tempi sarebbe stata dalla parte di chi ti ha mandato al confino". Lo scrive l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran, postando una foto di Altiero Spinelli.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "La lettura del manifesto di Ventotene da parte di Giorgia Meloni oggi è stata una provocazione, quando utilizza certe modalità si dimentica di essere la presidente del Consiglio e torna ad essere militante del suo partito". Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, l'ex presidente Pd e ministra Rosy Bindi, intervistata da Giorgio Lauro e Marisa Laurito.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Voler delegittimare gli autori, unanimemente riconosciuti come i fondatori morali dell’Europa, grazie ai quali Giorgia Meloni può sedere in Parlamento come presidente del consiglio, è stata un’operazione inaccettabile. Va ben oltre ogni dialettica possibile è per questo che le opposizioni si sono ribellate". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs in un’intervista a Radio Radicale dopo la sospensione dell’Aula di Montecitorio.
"Ricordo poi alla destra - aggiunge infine il leader di SI - che ci sarà ben una ragione per cui un edificio dei Palazzi della Ue a Bruxelles è dedicato proprio ad Altiero Spinelli".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - “Il Manifesto di Ventotene è stato scritto durante la dittatura fascista. È un documento simbolo di libertà e democrazia, che ha espresso una visione per sconfiggere l'oppressione e indicato un percorso federale europeista come risposta ai sovranismi devastanti". Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche europee della Camera.
"Quel progetto coraggioso degli Stati Uniti d'Europa, la cui ambizione ha consentito di avere oltre 70 finora di pace nel nostro Continente e di garantire diritti fondamentali. Meloni dovrebbe vergognarsi di una vera e propria apologia di fascismo che offende gravemente la nostra storia, la nostra memoria, il fondamento della nostra Costituzione democratica. Un'inaccettabile arma di distrazione di massa per distogliere l'attenzione dalla totale ambiguità della risoluzione di maggioranza sulla difesa europea che non dà nessun mandato chiaro alla Premier in vista del prossimo Consiglio Ue”.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Meloni come Trump. Ha deciso di prendere a pugni i fondamentali della Repubblica e dell’Europa. Attorno ai fondamentali è ora di organizzare una risposta politica, democratica e civile". Lo scrive sui sociale Pierluigi Bersani.