La difesa di Chet Holmgren alla prova dei playoff – Gli Oklahoma City Thunder sono giovani con grandi speranze e un grande avvenire. Sono belli da vedere, sostanzialmente equilibrati, sembrano costruiti per imporsi con costanza nella NBA del prossimo decennio. Se falliscono nei prossimi playoff, avranno altre possibilità. Ma perché dovrebbero per forza fallire? La squadra è competitiva. Possono peccare di esperienza nelle partite che contano, questo è ovvio, però possono anche sorprendere. Perché il talento ti sorprende sempre quando meno te lo aspetti. In tutto ciò, l’apporto di Holmgren sarà fondamentale soprattutto nelle situazioni difensive, ma anche nel creare spacing in attacco contro squadre con centri intimidatori (Gobert). Sarà una sorta di prova del fuoco, per il lungo dei Thunder, perché avrà davanti nel ruolo gente non proprio semplice come Nikola Jokic, Anthony Davis, lo stesso Rudy Gobert, ma anche eventualmente Nurkic dei Suns. Fiducia.
Bradley Beal – Uno più uno a volte fa uno e mezzo. Si potrebbe riassumere così la stagione dei Suns. Metti insieme Kevin Durant, Devin Booker e Bradley Beal e ti aspetti che a ogni serata venga giù il tetto del palazzetto (anche se è vero che gli infortuni hanno contato). Poi guardi la classifica e vedi che ancora non hanno evitato i play-in. Hanno perso due delle ultime tre gare. Contro Sacramento e Minnesota, le prossime due, non possono sbagliare. Di certo è che, una volta ai playoff, Beal sarà un elemento equilibratore dell’attacco. Non può più essere lo scorer che era a Washington. Non può avere gli stessi possessi. I Suns, tra l’altro, giocano poco in ritmo. Beal dovrà diventare sempre più versatile. Prendersi con efficienza quello che gli spetta, quando gli spetta, in attacco. Poi continuare a passare la palla in modo più ispirato, come sta facendo nelle ultime gare. Considerata anche l’assenza di costruttori di gioco nelle file di Phoenix, questo può essere un aspetto da non sottovalutare.
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