Crescono donazioni e trapianti, ma restano ancora circa 8mila i pazienti in lista d’attesa. Un dato che sembra restare immutato nel tempo. E anche se la ricerca sta compiendo grandi passi avanti come quello del Massachusetts General Hospital, dove un uomo ha ricevuto il rene di un maiale geneticamente modificato, sono tantissimi i malati che non riceveranno un organo. E così la XXVII Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti mostra ancora una volta come sia sempre più necessario dare il proprio consenso alla donazione. Partendo anche dal “sì” al momento del rinnovo della carta d’identità. In questo momento, ricordano ministero della Salute e Centro nazionale trapianti, circa 6mila pazienti sono in attesa di un nuovo rene, poco meno di un migliaio un fegato, circa 700 un cuore e oltre 200 un polmone. Altrettanti un pancreas. Rari i trapianti da vivente anche se, proprio oggi, si ricorda come recentemente un uomo di 49 anni, trapiantato cinque mesi fa, abbia vinto una medaglia d’oro ai Mondiali di sci dei trapianti a Bormio.
“Donare gli organi è una scelta naturale, un gesto che può fare la differenza per chi oggi aspetta un trapianto – afferma il ministro della Salute, Orazio Schillaci – “Il nostro sistema trapianti è all’avanguardia per la qualità delle prestazioni erogate e per la capacità di cura e assistenza”. Nonostante lo scorso anno il numero delle donazioni di organi abbia superato per la prima volta quota 2mila – permettendo la realizzazione di quasi 4.500 trapianti (oltre il 15% in più del 2022), il numero degli organi che si rendono disponibili non è ancora sufficiente ad assicurare il trapianto a tutti coloro che ne hanno bisogno.
“La ricerca scientifica nel campo dei trapianti sta andando velocissima, lo abbiamo dimostrato anche in Italia con il grande sviluppo della donazione a cuore fermo, ma l’innovazione non basta“, dice Giuseppe Feltrin, direttore del Centro nazionale trapianti. “La speranza di chi aspetta un organo resta legata alla scelta della donazione, eppure ancora oggi circa un terzo dei cittadini che registrano la loro volontà sceglie di negare il consenso al prelievo. Un’esitazione dovuta, a volte, alla “poca conoscenza del tema – continua Feltrin – per questo è importanti informarsi per prendere una decisione consapevole”.
Informazione che parte dalle importanti iniziative. Il ministero della Salute e il Centro nazionale trapianti, infatti, fanno sapere che, entro aprile, invieranno a circa 900 uffici anagrafe dei 500 comuni più popolosi d’Italia dei nuovi allestimenti informativi (roll-up, manifesti e locandine) grazie ai quali i cittadini in attesa di rinnovare il documento d’identità potranno ricevere informazioni verificate e corrette sulla donazione, in modo da compiere una scelta consapevole quando arriva il proprio turno allo sportello. L’iniziativa proseguirà anche nei mesi seguenti ed entro la fine dell’anno saranno 1.500 le sedi anagrafiche e oltre 1.100 i comuni raggiunti, con una copertura territoriale di quasi 40 milioni di cittadini residenti. Sì alla donazione che può essere dichiarato anche iscrivendosi all’AIDO oppure presso gli sportelli delle ASL.