Massima allerta anche in Italia dopo l’attacco dell’Iran a Israele. Il gabinetto di guerra di Tel Aviv ha deciso che risponderà al raid di droni e missili – perlopiù intercettati – scatenato sabato sera. Ambasciate e consolati, ma anche associazioni e luoghi di aggregazione vicini a Teheran sono tra obiettivi sensibili da tenere sotto il massimo controllo da parte delle autorità. E così, come già avvenuto dopo il 7 ottobre con strutture ed edifici riconducibili a Israele e Palestina, l’allerta è stata innalzata al massimo livello anche per le rappresentanze iraniane in Italia. Per fare il punto della situazione sulla minaccia e rimodulare le misure, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha convocato per lunedì pomeriggio il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica al Viminale con i vertici delle forze di polizia e dell’intelligence.

Il timore non è legato soltanto alle possibili proteste che potrebbero svolgersi nei prossimi giorni, ma anche alle azioni dei cosiddetti ‘lupi solitari’ o comunque di soggetti ritenuti particolarmente a rischio per la sicurezza nazionale. Per questo il Viminale procederà a un ricognizione degli obiettivi ritenuti più a rischio – ce ne sarebbero almeno 250 -, dagli uffici diplomatici fino alle sedi di associazioni o comunità legate a Teheran. Contemporaneamente proseguiranno le azioni di intelligence e antiterrorismo, mantenendo aperti i canali di comunicazione con i Paesi arabi non allineati alla politica iraniana.

Restano sotto stretta osservazione, ovviamente, sinagoghe e moschee, ma anche le sedi delle comunità ebraiche, compreso il ghetto di Roma dove l’allerta è già ai massimi livelli da mesi. La zona è blindata, ma comunque affollata anche da tanti turisti, nonostante le tensioni in Medio Oriente. “Qui non abbiamo paura”, sono le parole di alcuni residenti. Attenzione particolare viene riposta anche all’area del Vaticano e agli aeroporti. Da ieri i voli da e per Teheran e Tel Aviv sono stati cancellati o rimandati, con i rispettivi scali a scartamento ridotto per via della chiusura degli spazi aerei. La Farnesina, che ha tranquillizzato sulla situazione dei militari italiani impegnati nell’area di crisi, sconsiglia ufficialmente i viaggi “a qualsiasi titolo” in Iran, invitando invece a rinviare gli spostamenti in Israele se “non dettati da ragioni impellenti e non procrastinabili”.

Sotto i riflettori, infine, anche le università, dove la recrudescenza delle manifestazioni pro Palestina viene monitorata costantemente ormai da mesi. Proprio per questo il 24 aprile si terrà un comitato per l’ordine e la sicurezza ad hoc, anche per ascoltare le preoccupazioni di Rettori e Rettrici dei principali atenei italiani. “Non parlerei di allarme – ha comunque tranquillizzato la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini – ma piuttosto di un momento delicato. Un momento segnato da un crescendo di episodi di intolleranza, come riflesso anche delle tensioni internazionali”. A preoccupare, inoltre, sono anche le manifestazioni che saranno organizzate in tutta Italia in occasione del 25 aprile. Da anni, ormai, i cortei – in particolare quello di Roma – sono terreno di scontro tra rappresentanti della Brigata Ebraica e attivisti pro-Palestina. Tensioni che quest’anno potrebbero essere amplificate ancor di più, come peraltro già successo dopo la scelta da parte dell’Anpi di Milano di utilizzare lo slogan “Cessate il fuoco, ovunque“, al quale – secondo la comunità ebraica – mancherebbe un riferimento esplicito agli ostaggi nelle mani di Hamas.

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