Dal debutto al TG5 il 13 gennaio 1992 a oggi, non manca nulla nell’intervista che Cristina Parodi ha rilasciato al Corriere della Sera. “Mentana era stato chiamato da Berlusconi a dirigere il primo tiggì di una emittente privata. Io, Cesara Buonamici, Alessandro Cecchi Paone e Lamberto Sposini eravamo i ‘prescelti’. Per capirci qualcosa in più un giorno Cesara prese coraggio e chiamò l’allora giovane direttore di Canale 5 Giorgio Gori, che era in vacanza in Baja California. Fu gentile e ci disse: ‘Chi ci salta su fa bene’. Sarei andata anche senza quel consiglio del mio futuro marito, ma quello fu il sigillo”. Non mancano osservazioni su Enrico Mentana (“un genio assoluto… Divertentissimo, con la battuta sempre pronta. E sapeva essere cattivo”) e Cesara Buonamici (“Ci vediamo poco, ma ho per lei un grande affetto”).
E naturalmente si parla di Giorgio Gori: “Non è mai stato un volano, ma in alcuni momenti una limitazione, per quel continuo timore di agevolarmi. Ci siamo innamorati a Roma: lui veniva continuamente in redazione per le riunioni. La prima volta che l’ho visto aveva 31 anni ma pareva ne avesse 18: era l’enfant prodige ed era fighissimo. Ci siamo sposati a Carpeneto, nella casa di campagna dei miei il 1° ottobre del 1995: la scelta di lasciare il tiggì a Roma per tornare a Milano con Verissimo era legato anche a motivi ‘organizzativi’ familiari”. Il segreto di una coppia che dura da allora? “(…) Bisogna più o meno avere le stesse idee e dei progetti comuni, saper dare i consigli giusti e ci vuole anche un po’ di fortuna. Noi ancora oggi ce lo diciamo, quando andiamo al cinema, a cena: non c’è nessun altra persona al mondo con cui stiamo altrettanto bene. Anche nei viaggi in macchina da soli, senza parlarci. Giorgio riesce ancora a stupirmi”. E sul suo attuale lavoro da stilista, Parodi spiega: “Con la mia amica Daniela abbiamo creato Crida, che è l’acronimo dei nostri nomi. Mi sono reinventata imprenditrice, anche se rimango una donna di comunicazione e non di business. La moda è sempre stata la mia passione, grazie al placet di Carlo Rossella sono stata la prima a indossare gli abiti in conduzione. A 27 anni mi vestivo come a 50: poi ho esplorato molto, compreso Cavalli, con cristalli e camicie leopardate“.