Chissà quali saranno stati i pensieri di Nick Hornby, padre del best seller Febbre a 90’, libro cult dedicato al trionfo in campionato del suo Arsenal nella stagione 1988-89 grazie a un gol segnato al novantesimo nel match contro il Liverpool. Anche domenica 14 aprile 2024, esattamente 35 anni dopo, Arsenal e Liverpool erano in corsa per il titolo, ma in due partite differenti: hanno perso entrambe, in casa, consentendo al terzo incomodo, il Manchester City di Pep Guardiola, di ritrovarsi da solo in vetta dopo il 5-1 dei campioni d’Inghilterra sul Luton, maturato ventiquattro ore prima. Un doppio suicidio, impensabile e incredibile, ma This is football.

La classifica è una sentenza: Manchester City 73, Arsenal e Liverpool 71. Il Liverpool si è squagliato in tre giorni, prima perdendo 3-0 all’Anfield contro l’Atalanta in Europa League e settantadue ore dopo è caduto sotto i colpi del Crystal Palace (0-1). Bollettino di questa settimana horror: Europa League ridotta a una flebile speranza, Premier compromessa, sogno di un incredibile Quadruple praticamente in fumo. Jurgen Klopp è l’immagine del Liverpool: una statua di pietra. Colpa del turn over? Calo di forma generale improvviso? Incapacità di fronteggiare le ripartenze degli avversari? Testa collettiva intasata dal numero degli obiettivi? Un dato spicca su tutti: da tre partite i Reds non segnano. Tradotto: 0-0 con il Manchester United, 0-3 Atalanta, 0-1 Crystal Palace. Come diceva qualcuno, se centravanti non segna e portiere non para – gli errori commessi da Kelleher nella gara contro la banda di Gasperini -, non vai da nessuna parte.

L’Arsenal è franato di fronte all’Aston Villa di Emery e, stavolta, anche di Zaniolo. Strana sfida, quella dell’Emirates: due squadre inglesi guidate da allenatori baschi, gente concreta, meno poetici degli spagnoli e più umili rispetto ai catalani. Ha vinto il più esperto, tra l’altro un ex: Unai Emery, liquidato dai Gunners nel dicembre 2019 e per la prima volta di fronte al suo ex popolo. Un ritorno con il botto. I gol di Bailey (84’) e Watkins (87’) hanno solo il torto di essere arrivati al tramonto di un match in cui il Villa ha giocato meglio e dimostrato di avere nervi saldi. I tre punti conquistati all’Emirates avvicinano il Villa a uno storico ritorno in Champions: l’ultima presenza risale infatti alla stagione 1982-83. Un club storico – fondato nel 1874 -, quarta squadra vincitrice in ordine cronologico della Coppa dei Campioni (1982), sostenuto dal principe William, dall’ex premier Cameron – quello dello sciagurato referendum sulla Brexit – e dall’attore statunitense Tom Hanks. Nel giorno e nell’ora in cui poteva spiccare il volo, approfittando del ko del Liverpool, l’Arsenal è crollato, ribadendo i limiti caratteriali che costarono il titolo un anno fa.

Il Manchester City vola alto sulle macerie dei rivali. Pep Guardiola non sperava in un doppio colpo di fortuna, ma ora avrà il vantaggio di essere il fuggitivo e non l’inseguitore. I due punti sulla coppia Arsenal-Liverpool sono merce preziosa, ma l’unica strada sicura è quella di vincere le sei partite che portano al traguardo del 19 maggio. Il calendario non è male per i Citizens: Brighton (fuori), Nottingham (fuori), Wolves (casa), Fulham (fuori), Tottenham (fuori), West Ham (casa). L’incognita riguarda gli altri impegni: mercoledì prossimo il ritorno dei quarti di Champions in casa contro il Real (3-3 all’andata) e sabato la semifinale di FA Cup contro il Chelsea.

I sentimenti degli allenatori dopo questo fine settimana di fuoco sono in ordine sparso. Mikel Arteta: “Sapevamo che poteva arrivare un momento complicato, ma dobbiamo reagire e continuare a crederci”. L’Arsenal si aggrappa alla Champions, dopo il 2-2 dell’andata dei quarti all’Emirates con il Bayern: “A Monaco di Baviera dovremo essere super, ma ci giochiamo la possibilità di tornare in semifinale di Champions come non ci capitava da 14 anni”. Jurgen Klopp: “Dobbiamo reagire, è l’unica strada percorribile. Le critiche sono corrette: contro l’Atalanta e nel primo tempo contro il Palace siamo stati pessimi. Il calendario non ci aiuta, quattro trasferte in questo finale di campionato, ma niente storie: dobbiamo dare il massimo per vincerle tutte”. Pep Guardiola: “Ho visto le facce dei miei giocatori e so che daranno il massimo per conquistare il titolo per la quarta volta di fila. Noi viviamo per queste cose. La pressione esalta i miei calciatori e questo è un elemento importante”. All’improvviso, il City si ritrova di fronte la possibilità di un Treble bis. Questa settimana, con il ritorno di Champions contro il Real e la semifinale di FA Cup contro il Chelsea, chiarirà molte cose. Il Times, attraverso Martin Samuel, peso massimo del giornalismo britannico, avverte però Guardiola: “Rimetti il sigaro nella scatola. La corsa per il titolo non è ancora finita”.

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