Il “dominus” delle attività commerciali della movida milanese sequestrate dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano, è Agostino Cappellaccio, ritenuto il referente dei Piromalli di Gioia Tauro, tra i 14 arrestati. Nel decreto di sequestro delle società riconducibili al presunto procacciatore d’affari del gruppo criminale capeggiato da Salvatori Giacobbe, si legge che sono quattro società che gestivano tre locali all’interno del Mercato Comunale Isola: si tratta de La Masseria, bottega di prodotti alimentari, della pizzeria d’asporto Granum, e della pescheria Piscarius. Oltre a questi è citato anche il Beats Bar, con sede nella vicina via Pietro Borsieri.

Come si evince dalle intercettazioni la pescheria, dal primo ottobre fino al 5 aprile scorsi, quindi “in sei mesi” ha fatturato, “246 mila euro”, dice Cappellaccio il quale, secondo la pm Silvia Bonardi, ha “un profilo reddituale (…) del tutto incoerente con i massicci investimenti” per la progressiva costituzione delle società sequestrate, il cui numero potrebbe aumentare, in quanto gli accertamenti stanno proseguendo. Nel solo mese di dicembre, stando alle intercettazioni, la pescheria aveva incassato 65mila euro.

Secondo l’inchiesta Cappellaccio, arrestato, era il “referente a Milano” di Girolamo Piromalli, detto Mommino, dell’omonima cosca calabrese di Gioia Tauro. Al di fuori del mercato comunale di piazzale Lagosta, l’inchiesta parla anche altri locali – alcuni dei quali sono ormai chiusi – che sarebbero stati intestati fittiziamente a prestanome. Si tratta di alcuni bar e ristoranti in zona Corso Como, Porta Nuova e in via Carlo Espinasse. La stessa accusa riguarda anche un ristorante in via Parini e uno in via Galvano Fiamma, oltre a un salone di bellezza in via Marco Polo.

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