Nei volantini distribuiti a studenti e visitatori – in questa giornata numerosi a causa del Salone internazionale del mobile e della settimana delle lauree – i partecipanti avevano spiegato la loro posizione e invitano il rettore a incontrare la “popolazione studentesca” per un “confronto sul massacro a Gaza” e per “costruire una solidarietà accademica“. Nello striscione esposto nel cortile settecentesco dell’Università, inoltre, gli studenti invitavano l’ateneo a prendere posizione e invocano lo “stop al genocidio”.
“Oggi come student* dell’università statale di Milano scegliamo di denunciare chi chiude gli occhi davanti al genocidio in corso a Gaza – si legge nel volantino firmato dal collettivo Rebelot – Non possiamo più tollerare che l’amministrazione di questa università non prenda posizione riguardo al massacro senza precedenti del popolo palestinese, che fa seguito a 75 anni di politiche di occupazione, apartheid e pulizia etnica, popolazione che viene costantemente minata da tentativi di rimozione dalla memoria e dallo scenario globale”.
Gli studenti della Statale nella nota a commento dell’occupazione conclusa hanno citato i colleghi dell’Università Federico II di Napoli, ricordando che “solamente unendo le nostre voci arriviamo a questi risultati. Questa mobilitazione nasce dall’esigenza da parte della comunità studentesca di una presa di posizione decisa della governance universitaria. Dopo più di 30.000 morti in Palestina, è inaccettabile questo silenzio istituzionale complice del genocidio in atto: pretendiamo che si assuma pubblicamente questa responsabilità”. “In analogia con quanto avvenuto nei giorni scorsi all’università di Napoli Federico II – conclude il comunicato – ci si impegna a organizzare con la comunità studentesca e con le rappresentanze degli studenti un incontro, aperto a tutte le voci, e a tutti comunicato, sulla situazione e sulla connessa crisi umanitaria in Palestina, a seguito del conflitto”.