Adriano Aprà, morto il critico cinematografico: con lui se ne va un modo di pensare
In queste ore tutti stanno ricordando le punte dell’attività di Adriano Aprà, critico cinematografico scomparso ieri all’età di 83 anni. E tutti stanno dicendo, stiamo dicendo, che con Aprà se ne va un modo di pensare e praticare la critica e il pensiero sul cinema che oggi non ha più rappresentanti.
Ma per capire cosa significa questa cesura, bisognerebbe ricordare più l’Aprà quotidiano che i ruoli da lui ricoperti – direttore di festival o di riviste (la mitica Cinema&Film, costruita insieme ad altri artefici importanti), di cineclub o di cineteche, professore di cinema, regista, attore ecc.: cioè il suo modo di pensare e di guardare il cinema e le persone con un atteggiamento sempre disincantato o sornione.
Già definirlo critico cinematografico suona riduttivo, perché Aprà è stato ben più (e meno) di un critico cinematografico. È stato un agitatoreculturale, un fabbricante di domande inedite, una di quelle figure che oggi appaiono fuori tempo o “fuori norma”, come lui amava definire in questi ultimi anni il cinema che appassionatamente inseguiva. Agitatore culturale perché ha sempre preferito la lateralità rispetto all’ordine canonico, lo sguardo diagonale, la curiosità per il dettaglio, anche quello apparentemente minimo, l’attività del cercatore rispetto a quella del mestierante. Per dire, mentre soddisfaceva l’inesauribile fame di cinema, attraverso l’attenzione ai “suoi” autori, al linguaggio, alla nascente teoria sistematica del cinema ecc., una delle sue curiosità fu quella dei formati e dei tipi di pellicola in cui venivano girati i film, soprattutto tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Perché studiare quei “titoli di coda” che nessuno guardava voleva dire capire i modi di produzione, e dunque l’industria del cinema, la sua cucina. E capire l’industria era altrettanto importante che capire le forme o i grandi autori, le teorie e il linguaggio.
Per chi, come me, è cresciuto cinematograficamente tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, Aprà è stato un modello di critico perché, pur operando accanto ai più collaudati dignitari dell’epoca, esprimeva un’inquietudine che era il vero carburante della ricerca. Il cinema e il suo oltre, che fu il titolo di una sua raccolta realizzata per una Mostra di Pesaro di tanti anni fa, era anche la formula che sintetizzava al meglio la sua poetica. Qual era l’oltre o il fuori norma che Aprà cercava? Intanto era la capacità di uno sguardo di farsi interrogazione del mondo. “Che vuol dire questo cinema di dubbi, dove io spettatore finisco per essere costretto a riempire il vuoto che circola fra le immagini, mentre prima erano esse a riempire il mio vuoto di spettatore non-pensante?”, si chiedeva Aprà nell’estate 1967 sulla sua rivista Cinema&Film.
Non c’era da trovare una risposta a questa domanda, ma bisognava, in quel pre-68 carico di speranze e aspettative, attaccare a questa idea di un cinema di dubbi più nomi possibili oltre a quello del nume Godard: quelli, ad esempio, di Bertolucci o di Bene, di Straub o di Rocha o di cento altri artefici del “nuovo cinema”. Ma il fuori norma sempre cercato da Aprà riguardava anche la scrittura. In un tempo ancora segnato da scuole critiche legate a presupposti ideologici, Cinema&Film si definiva come rivista “in formazione e di autoformazione”: una rivista cioè in progress, anziché dotata di un apparato costituito, in termini di idee estetiche o politiche. Scrivere era un gesto a suo modo “rivoluzionario”, un altro modo di “fare cinema”. Perché, come si dice qualche volta, si può far cinema anche senza fare i film.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Augusto Sainati
Professore universitario e critico cinematografico
Cinema - 16 Aprile 2024
Adriano Aprà, morto il critico cinematografico: con lui se ne va un modo di pensare
In queste ore tutti stanno ricordando le punte dell’attività di Adriano Aprà, critico cinematografico scomparso ieri all’età di 83 anni. E tutti stanno dicendo, stiamo dicendo, che con Aprà se ne va un modo di pensare e praticare la critica e il pensiero sul cinema che oggi non ha più rappresentanti.
Ma per capire cosa significa questa cesura, bisognerebbe ricordare più l’Aprà quotidiano che i ruoli da lui ricoperti – direttore di festival o di riviste (la mitica Cinema&Film, costruita insieme ad altri artefici importanti), di cineclub o di cineteche, professore di cinema, regista, attore ecc.: cioè il suo modo di pensare e di guardare il cinema e le persone con un atteggiamento sempre disincantato o sornione.
Già definirlo critico cinematografico suona riduttivo, perché Aprà è stato ben più (e meno) di un critico cinematografico. È stato un agitatore culturale, un fabbricante di domande inedite, una di quelle figure che oggi appaiono fuori tempo o “fuori norma”, come lui amava definire in questi ultimi anni il cinema che appassionatamente inseguiva. Agitatore culturale perché ha sempre preferito la lateralità rispetto all’ordine canonico, lo sguardo diagonale, la curiosità per il dettaglio, anche quello apparentemente minimo, l’attività del cercatore rispetto a quella del mestierante. Per dire, mentre soddisfaceva l’inesauribile fame di cinema, attraverso l’attenzione ai “suoi” autori, al linguaggio, alla nascente teoria sistematica del cinema ecc., una delle sue curiosità fu quella dei formati e dei tipi di pellicola in cui venivano girati i film, soprattutto tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Perché studiare quei “titoli di coda” che nessuno guardava voleva dire capire i modi di produzione, e dunque l’industria del cinema, la sua cucina. E capire l’industria era altrettanto importante che capire le forme o i grandi autori, le teorie e il linguaggio.
Per chi, come me, è cresciuto cinematograficamente tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, Aprà è stato un modello di critico perché, pur operando accanto ai più collaudati dignitari dell’epoca, esprimeva un’inquietudine che era il vero carburante della ricerca. Il cinema e il suo oltre, che fu il titolo di una sua raccolta realizzata per una Mostra di Pesaro di tanti anni fa, era anche la formula che sintetizzava al meglio la sua poetica. Qual era l’oltre o il fuori norma che Aprà cercava? Intanto era la capacità di uno sguardo di farsi interrogazione del mondo. “Che vuol dire questo cinema di dubbi, dove io spettatore finisco per essere costretto a riempire il vuoto che circola fra le immagini, mentre prima erano esse a riempire il mio vuoto di spettatore non-pensante?”, si chiedeva Aprà nell’estate 1967 sulla sua rivista Cinema&Film.
Non c’era da trovare una risposta a questa domanda, ma bisognava, in quel pre-68 carico di speranze e aspettative, attaccare a questa idea di un cinema di dubbi più nomi possibili oltre a quello del nume Godard: quelli, ad esempio, di Bertolucci o di Bene, di Straub o di Rocha o di cento altri artefici del “nuovo cinema”. Ma il fuori norma sempre cercato da Aprà riguardava anche la scrittura. In un tempo ancora segnato da scuole critiche legate a presupposti ideologici, Cinema&Film si definiva come rivista “in formazione e di autoformazione”: una rivista cioè in progress, anziché dotata di un apparato costituito, in termini di idee estetiche o politiche. Scrivere era un gesto a suo modo “rivoluzionario”, un altro modo di “fare cinema”. Perché, come si dice qualche volta, si può far cinema anche senza fare i film.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.