“La ricerca che noi oggi presentiamo conferma questo – aggiunge Lazzari – perché l’81% degli intervistati dice di aver avuto accesso alla psicoterapia solo grazie al bonus”. Un dato positivo quindi, ma che secondo l’Ordine degli Psicologi fotografa anche una situazione drammatica: “Su 100 persone con depressione che accedono oggi ai dipartimenti di salute mentale, solo 5 ricevono una risposta in termini di psicologia. Questo ci dice che la psicoterapia oggi non è un’opzione del servizio sanitario nazionale. In questo settore siamo indietro di 50 anni – conclude Lazzari – questo è il dato che emerge e che io vorrei che la politica registrasse”.
“Le 12 sedute finanziate non sono sufficienti – denuncia invece Laura Parolin, vicepresidente di Cnop – lo dicono 8 pazienti su 10, tanto che il 60% di loro rimane in terapia, ma vorrebbe avere un aiuto economico per rimanerci”.
Nonostante i passi avanti, però, secondo l’Ordine degli psicologi i 10 milioni di euro stanziati per il bonus psicologo del 2024 non sono sufficienti. Per questo il presidente e la vicepresidente chiedono risposte strutturali: “Servono dei servizi di psicologia delle cure primarie – continua Laura Parolin – dei servizi di welfare in prossimità delle scuole da associare a una rete di psicoterapia garantita con finanziamento pubblico. Questo costituirebbe una innovazione del welfare italiano”.