Scuola

Borse di studio e Veneto, le cifre del disastro. Mancano 22 milioni di euro, quasi 5mila studenti lasciati senza contributo

Borse di studio in Veneto: ci sono quasi 5mila idonei non beneficiari, mancano 22 milioni e gli studenti scendono in piazza. Sono alcune delle ultime novità, emerse durante le giornate nazionali per il diritto allo studio universitario. La situazione si trascina da anni perché la regione non mette abbastanza fondi per garantire a tutti gli aventi diritto, che rispettano i requisiti di reddito e di merito, il contributo per proseguire gli studi: le borse di studio, utili per pagare la vita universitaria, devono essere garantite per legge, ma il Veneto ha stanziato solo 8 milioni di euro, cifra insufficiente per coprire tutti gli idonei. Secondo i dati del Partito Democratico, ad oggi ci sono 4750 idonei non beneficiari, per l’Unione degli Universitari sono 5318, con un buco nel bilancio regionale che si aggira intorno ai 22 milioni di euro. La stessa cifra che la regione potrebbe prelevare rispettando gli accordi con la ditta che ha in appalto la Pedemontana Veneta. Gli universitari chiedono alla giunta e al ministero di intervenire.

Le proteste – Martedì mattina decine di studenti si sono riuniti a Padova per un presidio organizzato dall’Udu, nel quale chiedevano a chi governa di investire sull’istruzione. In quelle stesse ore Anna Maria Bernini, ministro dell’università e della ricerca, era in città per un evento su diritto allo studio e parità di genere. “Chiediamo risposte sul disinteresse della regione Veneto per la copertura delle borse di studio – dice Francesca Pollero, di Udu Padova – la seconda assegnazione, quella di aprile che dovrebbe coprire le borse non coperte a inizio anno, non ha visto stanziamenti significativi coinvolgendo solo 200 studenti, mentre gli idonei non beneficiari rimangono 2.470 solo a Padova; sono 5.318 in tutto il Veneto, in crescita in tutta Italia. Questa situazione porta gli studenti ad allontanarsi dalla città e dal nostro ateneo”. Sarebbero 2.470 a Padova, 1.727 a Verona e 1.121 a Venezia.

“L’assenza della regione e del ministero dell’università alla giornata di oggi sono la dimostrazione di quanto questa classe dirigente abbia a cuore la condizione di migliaia di studenti idonei non beneficiari – aggiunge Marco Dario, coordinatore di Udu Venezia – vogliono dipingerci come poco collaborativi, mentre la nostra richiesta è che ci venga garantito un diritto fondamentale per costruirci un futuro”. Durante l’incontro sul diritto allo studio è intervenuta Alessia Conti, presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari. “Non può essere un privilegio studiare senza dover lavorare, eppure il reddito medio di una famiglia in Italia è di 2.800 euro al mese, al fronte di una vita da fuorisede che costa circa 1.500 euro al mese”. Nelle ultime settimane Elena Donazzan, assessora regionale all’istruzione, aveva ammesso che i fondi stanziati non erano sufficienti. I ragazzi non ci stanno più. “Non accetteremo ancora silenzi: vogliamo la copertura totale delle borse di studio”.

Le cifre – Secondo i dati forniti dal Pd, il Veneto ogni anno destina poco più di otto milioni di euro per le borse di studio, contro i 43 milioni della vicina Emilia Romagna. Nel frattempo sono aumentati i fondi nazionali e gli stanziamenti straordinari del ministero. Lunedì in una conferenza stampa i consiglieri regionali dem hanno tracciato il quadro: 4.750 idonei non beneficiari e un buco di 22.005.970,15 euro. “L’articolo 34 stabilisce che gli studenti capaci meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto a raggiungere i gradi più alti degli studi, e che la Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni e altre provvidenze – ricorda Vanessa Camani, capogruppo del Pd – il Veneto non rispetta questi principi. Con queste risorse messe a bilancio per le borse di studio siamo sempre costretti a lasciare all’asciutto migliaia di studenti che hanno diritto ai sostegni”. Andrea Zanoni associa il buco del bilancio ai milioni che la regione attende dalla ditta che segue la Pedemontana.

“Quei 22 milioni da recuperare per le borse di studio corrispondono all’ammontare di risorse che la Sis, concessionaria della Pedemontana Veneta, ha indebitamente incassato e che deve versare nelle casse della Regione, secondo quanto stabilito dalla Corte dei Conti. La giunta dovrebbe imporre la restituzione di quanto gli spetta, destinandolo alla tutela del diritto allo studio”. Infine l’appello all’assessora di Fratelli d’Italia, in corsa per le elezioni europee. “Donazzan pensi meno alla sua campagna elettorale e dimostri di essere davvero, come lei sostiene, di parola. Servono risorse continue e adeguate: le garantisca”.