“C’è un po’ la tendenza a focalizzare l’attenzione su Netanyahu e sui politici di estrema destra del suo governo, ovviamente tutti estremamente nocivi. Ma non dobbiamo dimenticare che la popolazione israeliana in larga maggioranza sta sostenendo l’operazione a Gaza e vorrebbe che si andasse ancora più avanti. Non mi stupirei se anche sull’Iran gli israeliani fossero sulla stessa lunghezza d’onda di questa estrema destra”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Uno, Nessuno, 100Milan (Radio24) da Manlio Graziano, docente di Geopolitica e Geopolitica delle religioni alla Paris School of International Affairs di SciencesPo e alla Università Sorbona.
Il politologo, di cui in questi giorni è uscito il libro Disordine mondiale (Mondadori), sfata la narrazione secondo cui gran parte della popolazione israeliana osteggerebbe la politica di Netanyahu e spiega il perché: “In Israele c’è l’illusione che l’operazione militare contro Gaza possa risolvere il problema della sicurezza israeliana. È solo un’illusione deleteria perché sta ottenendo esattamente il risultato opposto. Però questa illusione c’è ed è fortemente sostenuta e alimentata non solo dall’estrema destra ma anche dai centristi che sono nel gabinetto di guerra israeliano. Più si sostiene e si sollecita questa posizione, più è difficile disincagliarsi e sottrarsi alla tentazione di andare oltre”.
Circa la rappresaglia iraniana e l’annuncio di un attacco da parte di Israele, Graziano osserva: “Non è assolutamente inevitabile una risposta di Israele alla rappresaglia iraniana, anche se era assolutamente prevedibile che venissero fuori certi toni israeliani. Tutto sommato, sia gli iraniani, sia gli israeliani hanno necessità di parlare al proprio pubblico a casa. Per gli iraniani è diverso perché il pubblico è molto ristretto, nel senso che il regime attuale è estremamente impopolare, però c’è un gruppo di persone che puntella il regime degli Ayatollah“.
E sottolinea: ” Non si sa se la risposta di Israele sarà dimostrativa o più incisiva, ma in ogni caso Israele non si è mai limitato e ha sempre sferrato attacchi: ha già bombardato alcune installazioni nucleari all’interno del territorio iraniano, il Libano, la Siria. La maggior parte delle volte, però, Israele bombarda senza dirlo, adesso lo dice e probabilmente non attaccherà. Insomma, non è detto che Israele risponderà all’Iran, anche perché in questo caso la situazione potrebbe sfuggire di mano e provocare quindi una escalation. Per il momento non credo che le cose andranno in questo modo”.
Graziano aggiunge: “È probabile che ci sia una sorta di negoziato in corso tra Israele e gli Usa, che da alcuni mesi insistono con Israele per la sua azione a Gaza. E potrebbe essere che questa minaccia israeliana di attacco all’Iran sia sul piatto della bilancia, nel senso che gli israliani potrebbero chiedere agli americani di lasciarli fare di più a Gaza e in cambio non attaccano l’Iran. O viceversa. È comunque difficile immaginare che gli Usa possano sostenere Israele in una eventuale guerra con l’Iran – conclude – perché gli americani non hanno assolutamente nessun interesse a ributtarsi in un pantano mediorientale da cui non sono mai riusciti a venir fuori nonostante tutti i tentativi cominciati dal 2011″.