Prosegue il processo d’appello – riaperto al dibattimento – sull’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce (Frosinone) trovata priva di vita il 3 giugno del 2001 in un boschetto. Oggi a testimoniare è stato chiamato Massimo Polletta, carabiniere in servizio al nucleo investigativo del comando provinciale di Frosinone fino al 2023: “Ci sono anomalie nell’ordine di servizio del 1 giugno 2001” redatto dal maresciallo Vincenzo Quatrale e dal brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nel 2008. Il documento, su cui è stata eseguita anche una perizia calligrafica che ha accertato come sia stato compilato effettivamente dai due carabinieri, prevedeva lo svolgimento di un servizio di perlustrazione e quindi un’attività esterna dei militari. Tuzi e Quatrale sarebbero usciti intorno alle 7.30 e rientrati in caserma dalle 8.30 alle 11 perché il comandante della stazione Franco Mottola era fuori per i preparativi della festa dell’Arma. Franco Mottola, suo figlio Marco Mottola, la moglie Anna Maria, sono stati assolti nel primo grado del processo.
Tra le altre cose, ha spiegato, dall’ordine di servizio risulta che tra le 12.20 e le 12.45 i carabinieri abbiano fatto un “controllo a tre persone ma i nomi non risultano inseriti in banca dati Sdi”. “Non ho detto che sono dati di fantasia – ha precisato il carabiniere rispondendo alle contestazioni della difesa – semplicemente che alle 12.30 risulta che Tuzi e Quatrale abbiano effettuato un posto di controllo e allo stesso orario risultano in tre posti diversi“. Altra incongruenza riguarda l’invito in caserma per Claudio Lancia, anche lui ascoltato oggi in aula, che gli sarebbe stato notificato a casa. “Qui è presente un’anomalia – ha sottolineato- sull’ordine di servizio si dice che si è proceduto a notifica ma come è possibile se Lancia non era presente a casa”.
Dalle verifiche su 761 ordini di servizio compilati dai due carabinieri, tutti riferiti al 2001, abbiamo riscontrato che normalmente “dettagliano le attività in maniera precisa e perentoria”, ha spiegato Polletta. “Se facevano rientro in caserma lo andavano a giustificare, la stessa cosa capitava se non potevano svolgere il servizio nel posto indicato dal comandante”, ha aggiunto. Nel corso dell’udienza Polletta ha fatto riferimento anche del foglio di marcia da cui risulta che quella mattina, tra le 7.30 e le 14.30, Tuzi e Quatrale avrebbero percorso circa 100 km. Una distanza eccessiva, secondo l’accusa, considerati gli spostamenti annotati sull’ordine di servizio. Nel processo d’appello sono imputati il maresciallo Franco Mottola, ex comandante della caserma di Arce, il figlio Marco, la moglie Annamaria e i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale. In primo grado i Mottola erano accusati di concorso in omicidio e sono stati assolti con la formula “per non aver commesso il fatto”. Assoluzione anche per Quatrale, all’epoca vice maresciallo e accusato di concorso esterno in omicidio con pena richiesta di 15 anni, e per l’appuntato dei carabinieri Suprano a cui era contestato il favoreggiamento. In questo caso, l’assoluzione è stata motivata con il “perché il fatto non sussiste”.
I giudici hanno della Corte d’assise d’appello di Roma ha stabilito che tre testimoni mai ascoltati in dibattimento saranno sentiti. Si tratta di Bernardo Belli, Mariapia e Antonio Fraioli. Oltre a loro saranno ascoltati anche Laura Ricci e Salvatore Fraioli. Le loro testimonianze ruotano intorno all’avvistamento di Serena Mollicone al bar Chioppetelle la mattina del 1 giugno 2001, giorno della scomparsa della ragazza.