Se è vero che quello degli italiani è un popolo di santi, poeti e navigatori, i rappresentanti di quest’ultima categoria non devono essere per forza nati in una città di mare per legare il proprio nome a delle storiche imprese, come nel caso del più celebre di loro, il genovese Cristoforo Colombo. Basta pensare ad Amerigo Vespucci – il primo, vero scopritore del Nuovo Mondo (che certo non era l’Asia) che in seguito ribattezzata “America” proprio in suo nome – per il quale in gioventù il mare altro non fu che l’Arno. Oppure a Giovanni da Verrazzano, che ai tempi di Lorenzo il Magnifico nacque a Greve in Chianti, in mezzo alle colline famose da 300 anni per il vino, e esattamente 500 anni fa – il 17 aprile 1524 – fu il primo occidentale a mettere piede sull’isola che in seguito avrebbe assunto il nome di Manhattan, il più famoso dei cinque distretti di New York. In uno stringato dispaccio, l’esploratore toscano così descrisse la Nuova Gallia cioè il territorio su cui sarebbe sorta la Grande Mela: “Un sito gradevole situato tra due piccole ma prominenti colline tra le quali scorre al mare un fiume molto grande”.
A bordo del veliero Dauphine e al servizio della corte di Francia, Giovanni da Verrazzano era a capo di un’impresa marinara che si prefiggeva di descrivere dettagliatamente le coste di questa nuova terra scoperta oltre 30 anni prima da Colombo. Questi pensava di essere giunto in Asia, ma ben presto da Verrazzano capì che il genovese si sbagliava e che si trattava di un “Nuovo mondo”, appunto.
Quel giorno di 500 anni fa il navigatore venuto dal Chianti avvistò un’insenatura profonda e ben protetta, un porto naturale che si allungava tra terre ricoperte di foreste e piante lussureggianti. In pratica Giovanni da Verrazzano stava risalendo la baia di New York ben 80 anni prima del londinese Henry Hudson (cui è intitolata la nota baia) anche se la storia attribuì per secoli alla missione di quest’ultimo, per conto dell’Olanda, questa grande scoperta.
Da Verrazzano compì almeno altre due traversate transatlantiche: purtroppo dal terzo viaggio non tornò poiché, secondo alcune fonti, fu ucciso e divorato da un popolo nativo delle attuali Isole Bahamas; inoltre recenti studi hanno dimostrato un legame tra alcuni aspetti iconografici del diario di bordo del navigatore e gli studi di Leonardo da Vinci. I newyorkesi sono molto affezionati a Giovanni da Verrazzano, a tal punto da dedicargli uno dei principali ponti di Manhattan (che unisce Brooklyn a Staten Island) immortalato ogni anno in migliaia di fotografie quando vi transita sopra la maratona, la corsa podistica più partecipata del mondo.
A Manhattan i 500 anni dalla scoperta di New York saranno celebrati, tra i vari appuntamenti, anche con la prima visione di un nuovo docufilm per la Rai e per le televisioni americane – dal titolo Giovanni Da Verrazzano: Dal Rinascimento a New York City – che sarà proiettato in anteprima al Paley Center. Un evento in collaborazione con la National Italian American Foundation e le massime istituzioni statunitensi e italiane, alla presenza delle autorità cittadine e del regista, Giuseppe Pedersoli, figlio di Bud Spencer. Il documentario – girato quasi interamente in Toscana – vede Carlo Pedersoli Jr. (nipote di Spencer) nel ruolo dell’esploratore italiano e l’attore Neri Marcoré in veste di narratore. ln primo piano la storia della vita e del viaggio di un personaggio di spiccate doti umane che, grazie al film, riemerge in tutte le sue sfaccettature. Fine osservatore e scrittore, abile geografo e marinaio: Giovanni Da Verrazzano fu soprattutto un uomo del Rinascimento.
Preceduto da un’accurata ricerca storica, il film ci rende il ritratto di un esploratore che “fu in molti modi più importante di Cristoforo Colombo, perché fu lui a mettere piede in Nord America e a mappare l’intera costa orientale del continente, dalla Carolina del Nord fino a Terranova, mentre Colombo rimase nei Caraibi”, evidenzia l’associazione Amici della Cultura e della Storia Italiana, che ha partecipato al progetto con sponsor e enti istituzionali.
Grazie al lavoro dell’archivista fiorentino Marco Calafati, per la prima volta si vedranno su pellicola i documenti originali relativi al prestito accordato nel marzo 1523 dalla Banca Gondi, rinvenuti negli archivi della famiglia. Si tratta di pagine importanti che confermano l’investimento di 700 scudi nella spedizione di Giovanni da Verrazzano sulle coste orientali americane. Si trattò di un finanziamento iniziale che, insieme alle intercessioni di Antonio Gondi, si rivelarono decisive nell’ottenere la non scontata approvazione del viaggio da parte del Re di Francia, Francesco I.
Da questa parte dell’Atlantico, le celebrazioni avverranno con una settimana di ritardo: il docufilm sarà proiettato in prima nazionale il 23 aprile, nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio; il giorno successivo sarà inaugurata una mostra sulla Cartografia Mondiale dal ‘300 al ‘500.