La protesta delle associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità continua contro i tagli della Regione Lombardia agli assegni di assistenza destinati ai caregiver delle persone con grave (misura B2) e gravissima disabilità (misura B1). Oggi si è tenuta una manifestazione che ha visto la partecipazione, secondo gli organizzatori, di quasi mille persone in piazza Duca d’Aosta di Milano:nel frattempo in consiglio regionale le opposizioni protestavano contro la maggioranza che non ha ricevuto le associazioni e invece “ha preferito andare al Salone del Mobile”. La mobilitazione è stata promossa e convocata dalla Lega per i diritti delle persone con disabilità (Ledha) che rappresenta la Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish) in Lombardia e dalla sezione regionale della Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità (Fand). Tra dicembre 2023 e marzo il Pirellone ha approvato delibere con sforbiciate ai contributi economici ai caregiver familiari che partiranno dal primo giugno e che potranno arrivare, a seconda dei casi, anche a 150 euro al mese nel 2024, tagli che persino aumenteranno nei prossimi anni.

Alla protesta di piazza hanno aderito più di 200 realtà tra organizzazioni di volontariato, onlus, enti del Terzo settore, sindacati, oltre ad alcuni consiglieri regionali delle opposizioni e diversi rappresentanti delle amministrazioni dei Comuni lombardi che dal 1 giugno vedranno scaricate su di loro le erogazioni dei servizi sociosanitari (forma diretta) in sostituzione dei contributi economici (forma indiretta) non più garantiti come prima dalla Regione del presidente leghista Attilio Fontana. Ha partecipato alla manifestazione del 16 aprile anche il neonato Comitato Caregiver Familiari#b1b2affondate che riunisce un centinaio di associazioni che avevano tenuto, per gli stessi motivi, il primo flash mob di protesta in piazza Città di Lombardia lo scorso 23 marzo. “Siamo dovuti scendere in piazza oggi a protestare perché la situazione che si è venuta a creare con l’approvazione del Piano regionale per la non autosufficienza non è più accettabile e colpisce persone non autosufficienti”, dice al Fatto.it il presidente di Ledha Alessandro Manfredi. “Siamo estremamente preoccupati non solo per i tagli. C’è il rischio concreto che le nuove domande per accedere alla misura B1 che verranno presentate nel corso del 2024 non potranno essere accolte per mancanza di risorse dedicate”, denuncia Manfredi. Secondo le stime di Ledha e Fand Lombardia, sono circa 600 le nuove domande di accesso ai contributi mensili per le persone in condizione di gravissima disabilità che vengono presentate ogni anno e che d’ora in poi verranno respinte dal Pirellone in assenza di fondi aggiuntivi. “Allo stato attuale – avvisano le organizzazioni – solo una minima parte di queste richieste potrà essere accolta e la stragrande maggioranza di queste persone, che hanno un elevato bisogno di assistenza, finirà per la prima volta nella storia della Lombardia in lista d’attesa senza essere prese in carico, senza servizi essenziali che servono loro a garantire condizioni di vita dignitose”.

La preoccupazione delle famiglie è elevatissima. Il senso di rabbia è molto forte e lo si nota tra volti dei partecipanti scesi in piazza comunque con voglia di lottare e attaccamento alla vita dei propri familiari. “Siamo venuti qui a protestare da Sondrio perché vogliamo difendere la dignità di nostro figlio con una elevatissima fragilità di tipo intellettivo e relazionale”, racconta Elisa. “Trattano i nostri cari come dei numeri su cui è possibile risparmiare e non come delle persone che hanno assoluta necessità di assistenza di qualità h24. Chiediamo a Regione Lombardia di trovare i soldi necessari per continuare a vivere con dignità”, afferma Antonio da Pavia, papà di una bimba con una grave patologia degenerativa. “Durante la pandemia ci avevano promesso che avrebbero aumentato le risorse per la sanità pubblica e l’assistenza a casa, invece qui vediamo solo tagli a risorse già inadeguate senza reali prestazioni sociosanitarie in cambio. Non si può fare economia proprio sulla pelle delle persone fragili”, attacca Federico venuto da Bergamo a sostenere i diritti del fratello autistico non verbale. Già oggi, senza i tagli, le risorse destinate alla spesa sociale per la non autosufficienza e in generale al supporto delle persone con disabilità, numero che cresce di anno in anno con i conseguenti bisogni da tenere in considerazione, è inferiore alla media dei principali Stati dell’Unione Europea.

In particolare gli organizzatori chiedono che vengano erogati i fondi adeguati rispetto alle esigenze effettive. “Prima di tutto al presidente Fontana e ai consiglieri regionali chiediamo di stanziare in tempi brevi i 10 milioni di euro necessari per cancellare definitivamente i tagli e per garantire, per quest’anno, a tutte le persone con disabilità di ricevere un sostegno adeguato per l’assistenza offerta dai loro caregiver familiari”, dicono Manfredi e il numero uno di Fand Lombardia Angelo Achilli. “A oggi, in assenza di un intervento da parte del Pirellone non vi sono le risorse per rispondere alle nuove richieste più urgenti di accesso alla misura B1”, aggiungono. Inoltre, dato che si tratta di una questione di livello nazionale, le associazioni promotrici si rivolgono anche alla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e alla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, chiedendo “di stanziare le adeguate e significative risorse necessarie per poter avviare l’implementazione dei servizi previsti dal Piano nazionale per la non autosufficienza (Pnna) senza privare le persone con disabilità e i loro familiari dei sostegni economici, comunque insufficienti, garantiti finora”. Fanno infine un appello a tutte le forze politiche “di avviare il confronto necessario per modificare il Pnnr che, alla prova dei fatti, sta mostrando di non rispettare i diritti delle persone con disabilità”. Avete ricevuto risposta dalla premier o dalla ministra? “Purtroppo no”, spiega Manfredi al Fatto.it. “Questo è un altro elemento che ci preoccupa molto: servono subito risorse idonee per garantire i servizi previsti dal Pnna”. Il neocostituito Comitato Caregiver Famigliari, che ha deciso di partecipare alla protesta indetta da Ledha e Fand Lombardia “per la grande responsabilità che sentiamo per questa battaglia”, aggiunge un’ulteriore richiesta, ritenuta “non negoziabile”, rispetto ai problemi evidenziati da tutti. “Chiediamo la certezza di un intervento strutturale che dia garanzie alle famiglie di non ritornare in una situazione simile negli anni successivi al 2024”. Per il Comitato infine “con lo scadere dell’anno solare non deve essere tagliato il supporto che queste misure garantiscono, anzi sarebbe auspicabile un rafforzamento delle stesse e l’implementazione dei tanto attesi nuovi servizi e interventi sociosanitari che secondo Regione Lombardia dovranno partire dal 1 giugno al posto dei contributi economici tagliati”.

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