Va bene Fazio, ma Amadeus che c’entra con la politica? Eppure la Rai l’ha fatto scappare
Vabbè Fabio Fazio, pur non essendo un cuor di leone, politicamente parlando, aveva mostrato una tv intelligente, a volte e non sempre, per la verità, comunque tanto quanto bastava per allarmare Meloni e compagni (pardon camerati) che quando sentono la parola intelligenza mettono mano alla pistola: con l’aiuto di Fortes sono riusciti a regalarlo alla concorrenza. E vabbè Fazio è di sinistra, annacquata e alquanto rosea, ma a destra non fanno di queste distinzioni: basta la parola, come la pubblicità di quel confetto dagli effetti lassativi. Ma Amadeus che minchia c’entra con la politica, avrebbe detto Montalbano. Eppure il conduttore dei pacchi e di alcuni Sanremo stellari è stato costretto a cambiare aria in questa Rai targata centrodestra.
Come sia possibile è davvero un mistero glorioso, ma tant’è: la destra italiana è capace di scavare anche quando si è già toccato il fondo, come in azienda pubblica accade ormai da molti anni. Altro che made in Italy, altro che italianità e cultura indigena: se c’era qualcuno che poteva interpretare l’identità nazional popolare che tanto appassiona gli esponenti di questo governo, a partire da Sangiuliano, questo era proprio uno come Amadeus. E se c’era uno che di merito poteva vantarne a quintali questo era sempre lui.
Dunque in un colpo solo l’uscita di Amadeus dalla Rai, infastidito dalle continue pressioni degli amici della Meloni per favorire questo o quello, smentisce le giaculatorie sulla nazione, la patria, il merito, gli italiani. L’Italia agli italiani perbacco, ma Amadeus dove lo mettiamo se non si fa consigliare? Magari gli avrà nuociuto anche quel nome d’arte, ché se si fosse chiamato Benito o Achille sarebbe stato meno in pericolo, chissà.
E hai voglia di dire: la sinistra qua, la sinistra là… Sì, sacrosanto: la sinistra è tutto quello che non si doveva fare in Rai, e non solo, ma la destra riesce ad essere, e non è cosa facile, proprio peggio, anche molto peggio. Ma come, hai Amadeus e te lo fai scappare a gambe levate perché a Sanremo bisogna dare spazio a Povia! Come se Ferlaino ai tempi di Maradona lo avesse ceduto perché non passava la palla a chi gli era simpatico.
Un premier furbo avrebbe fatto di tutto per scongiurare una cosa simile, così poco omogenea con il racconto telegiornalistico (uno e due) di un paese dove nei fiumi scorre il latte e dai rubinetti viene miele. Magari avrebbe detto ai suoi che si erano fumati il cervello o cose del genere, li avrebbe rimproverati, sgridati, affanculati: il guaio è che, come dimostra la faccenda, di cervello in questo affare ce n’è molto poco, il resto sono chiacchiere e distintivi, questi ultimi pure alquanto sbiaditi. E Meloni è molto sopravvalutata.
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La Redazione
La Paz, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Almeno 30 persone sono morte a causa di un incidente che ha coinvolto un autobus passeggeri, precipitato in un burrone profondo 800 metri nella città di Yocalla, nel sud della Bolivia. Lo ha riferito la polizia locale.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dall'emittente statale israeliana Kan, citando diverse fonti, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, non fa più parte del team incaricato delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Fonti a conoscenza dei dettagli affermano che Bar potrebbe unirsi a una delegazione in futuro se si svolgeranno i negoziati sulla fase due.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Prosegue la protesta di Azione alla Camera sul decreto Milleproroghe: il capogruppo Matteo Richetti e la vicecapogruppo Elena Bonetti lasciano i lavori in corso nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio. “Dopo il tempo sprecato dal governo nella discussione al Senato alla ricerca di una composizione delle divisioni interne, il testo del decreto è stato trasferito alla Camera solo questa mattina e approderà in Aula nella giornata domani. Alle Commissioni riunite – dichiarano Richetti e Bonetti – non restano che poche ore di esame notturno, una scelta che rende inutile ogni confronto di merito sulle misure contenute nel provvedimento e offende profondamente la funzione parlamentare e la dignità dei deputati membri. Se il governo intende ridurci a figuranti, abbia almeno la decenza di assumersene la responsabilità davanti al Paese. Noi non li aiuteremo”. Azione aveva già espresso nella mattinata la propria contrarietà al ripetuto ricorso alla fiducia, rendendo noto di non aver presentato, per questa ragione, emendamenti al decreto Milleproroghe.
Beirut, 17 feb. (Adnkronos) - Il governo libanese ha annunciato di aver approvato una risoluzione secondo cui soltanto lo Stato potrà possedere armi. La risoluzione chiede di fatto il disarmo di Hezbollah e include l'impegno a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Ha ribadito le perplessità sul formato del vertice di Parigi, sull'invio di truppe europee in Ucraina e la necessità di percorrere strade che prevedano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Queste le linee, a quanto si apprende, dell'intervento della premier Giorgia Meloni oggi al summit a Parigi convocato da Emmanuel Macron alla presenza del britannico Keir Starmer, del premier olandese, Dick Schoof, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del capo del governo polacco Donald Tusk e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. All'Eliseo anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
Meloni, a quanto si apprende, ha sottolineato di aver voluto essere presente per non rinunciare a portare il punto di vista dell’Italia, ma di avere espresso le sue perplessità riguardo un formato che, a suo giudizio, esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe rimarcato la premier, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti.
Per l'Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Quindi Meloni avrebbe rimarcato l'utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace. Una strada su cui l'Italia avrebbe mostrato le sue perplessità al tavolo.
Secondo Meloni, a quanto viene riferito, andrebbero esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana. La premier avrebbe definito una sferzata sul ruolo dell'Europa quella lanciata dall'amministrazione Usa ma ricordando che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida, avrebbe quindi sottolineato, per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti, come la necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo.
Secondo la presidente del Consiglio sono i cittadini europei a chiederlo: non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi.
Meloni avrebbe quindi rimarcato come il formato del summit all'Eliseo non vada considerato come un formato anti-Trump. Tutt’altro. Gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte, la sollecitazione della premier italiana. Meloni infine, sempre a quanto si apprende, avrebbe manifestato condivisione per il senso della parole del Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, ricordando di aver espresso concetti simili in precedenza. Ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, avrebbe sottolineato Meloni, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - "La Russia minaccia tutta l'Europa". Lo ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo i colloqui di emergenza a Parigi sul cambiamento di politica degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina riguarda i "sogni imperialisti di Mosca, di costruire una Russia più forte e più grande, e non credo che si fermeranno in Ucraina", ha detto ai giornalisti, mettendo in guardia gli Stati Uniti dai tentativi di concordare un cessate il fuoco "rapido" che darebbe alla Russia la possibilità di "mobilitarsi di nuovo, attaccare l'Ucraina o un altro paese in Europa".
Parigi, 17 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Giandomenico Crapis
Scrittore, giornalista
Televisione - 16 Aprile 2024
Va bene Fazio, ma Amadeus che c’entra con la politica? Eppure la Rai l’ha fatto scappare
Vabbè Fabio Fazio, pur non essendo un cuor di leone, politicamente parlando, aveva mostrato una tv intelligente, a volte e non sempre, per la verità, comunque tanto quanto bastava per allarmare Meloni e compagni (pardon camerati) che quando sentono la parola intelligenza mettono mano alla pistola: con l’aiuto di Fortes sono riusciti a regalarlo alla concorrenza. E vabbè Fazio è di sinistra, annacquata e alquanto rosea, ma a destra non fanno di queste distinzioni: basta la parola, come la pubblicità di quel confetto dagli effetti lassativi. Ma Amadeus che minchia c’entra con la politica, avrebbe detto Montalbano. Eppure il conduttore dei pacchi e di alcuni Sanremo stellari è stato costretto a cambiare aria in questa Rai targata centrodestra.
Come sia possibile è davvero un mistero glorioso, ma tant’è: la destra italiana è capace di scavare anche quando si è già toccato il fondo, come in azienda pubblica accade ormai da molti anni. Altro che made in Italy, altro che italianità e cultura indigena: se c’era qualcuno che poteva interpretare l’identità nazional popolare che tanto appassiona gli esponenti di questo governo, a partire da Sangiuliano, questo era proprio uno come Amadeus. E se c’era uno che di merito poteva vantarne a quintali questo era sempre lui.
Dunque in un colpo solo l’uscita di Amadeus dalla Rai, infastidito dalle continue pressioni degli amici della Meloni per favorire questo o quello, smentisce le giaculatorie sulla nazione, la patria, il merito, gli italiani. L’Italia agli italiani perbacco, ma Amadeus dove lo mettiamo se non si fa consigliare? Magari gli avrà nuociuto anche quel nome d’arte, ché se si fosse chiamato Benito o Achille sarebbe stato meno in pericolo, chissà.
E hai voglia di dire: la sinistra qua, la sinistra là… Sì, sacrosanto: la sinistra è tutto quello che non si doveva fare in Rai, e non solo, ma la destra riesce ad essere, e non è cosa facile, proprio peggio, anche molto peggio. Ma come, hai Amadeus e te lo fai scappare a gambe levate perché a Sanremo bisogna dare spazio a Povia! Come se Ferlaino ai tempi di Maradona lo avesse ceduto perché non passava la palla a chi gli era simpatico.
Un premier furbo avrebbe fatto di tutto per scongiurare una cosa simile, così poco omogenea con il racconto telegiornalistico (uno e due) di un paese dove nei fiumi scorre il latte e dai rubinetti viene miele. Magari avrebbe detto ai suoi che si erano fumati il cervello o cose del genere, li avrebbe rimproverati, sgridati, affanculati: il guaio è che, come dimostra la faccenda, di cervello in questo affare ce n’è molto poco, il resto sono chiacchiere e distintivi, questi ultimi pure alquanto sbiaditi. E Meloni è molto sopravvalutata.
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La Paz, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Almeno 30 persone sono morte a causa di un incidente che ha coinvolto un autobus passeggeri, precipitato in un burrone profondo 800 metri nella città di Yocalla, nel sud della Bolivia. Lo ha riferito la polizia locale.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dall'emittente statale israeliana Kan, citando diverse fonti, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, non fa più parte del team incaricato delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Fonti a conoscenza dei dettagli affermano che Bar potrebbe unirsi a una delegazione in futuro se si svolgeranno i negoziati sulla fase due.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Prosegue la protesta di Azione alla Camera sul decreto Milleproroghe: il capogruppo Matteo Richetti e la vicecapogruppo Elena Bonetti lasciano i lavori in corso nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio. “Dopo il tempo sprecato dal governo nella discussione al Senato alla ricerca di una composizione delle divisioni interne, il testo del decreto è stato trasferito alla Camera solo questa mattina e approderà in Aula nella giornata domani. Alle Commissioni riunite – dichiarano Richetti e Bonetti – non restano che poche ore di esame notturno, una scelta che rende inutile ogni confronto di merito sulle misure contenute nel provvedimento e offende profondamente la funzione parlamentare e la dignità dei deputati membri. Se il governo intende ridurci a figuranti, abbia almeno la decenza di assumersene la responsabilità davanti al Paese. Noi non li aiuteremo”. Azione aveva già espresso nella mattinata la propria contrarietà al ripetuto ricorso alla fiducia, rendendo noto di non aver presentato, per questa ragione, emendamenti al decreto Milleproroghe.
Beirut, 17 feb. (Adnkronos) - Il governo libanese ha annunciato di aver approvato una risoluzione secondo cui soltanto lo Stato potrà possedere armi. La risoluzione chiede di fatto il disarmo di Hezbollah e include l'impegno a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Ha ribadito le perplessità sul formato del vertice di Parigi, sull'invio di truppe europee in Ucraina e la necessità di percorrere strade che prevedano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Queste le linee, a quanto si apprende, dell'intervento della premier Giorgia Meloni oggi al summit a Parigi convocato da Emmanuel Macron alla presenza del britannico Keir Starmer, del premier olandese, Dick Schoof, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del capo del governo polacco Donald Tusk e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. All'Eliseo anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
Meloni, a quanto si apprende, ha sottolineato di aver voluto essere presente per non rinunciare a portare il punto di vista dell’Italia, ma di avere espresso le sue perplessità riguardo un formato che, a suo giudizio, esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe rimarcato la premier, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti.
Per l'Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Quindi Meloni avrebbe rimarcato l'utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace. Una strada su cui l'Italia avrebbe mostrato le sue perplessità al tavolo.
Secondo Meloni, a quanto viene riferito, andrebbero esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana. La premier avrebbe definito una sferzata sul ruolo dell'Europa quella lanciata dall'amministrazione Usa ma ricordando che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida, avrebbe quindi sottolineato, per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti, come la necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo.
Secondo la presidente del Consiglio sono i cittadini europei a chiederlo: non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi.
Meloni avrebbe quindi rimarcato come il formato del summit all'Eliseo non vada considerato come un formato anti-Trump. Tutt’altro. Gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte, la sollecitazione della premier italiana. Meloni infine, sempre a quanto si apprende, avrebbe manifestato condivisione per il senso della parole del Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, ricordando di aver espresso concetti simili in precedenza. Ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, avrebbe sottolineato Meloni, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - "La Russia minaccia tutta l'Europa". Lo ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo i colloqui di emergenza a Parigi sul cambiamento di politica degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina riguarda i "sogni imperialisti di Mosca, di costruire una Russia più forte e più grande, e non credo che si fermeranno in Ucraina", ha detto ai giornalisti, mettendo in guardia gli Stati Uniti dai tentativi di concordare un cessate il fuoco "rapido" che darebbe alla Russia la possibilità di "mobilitarsi di nuovo, attaccare l'Ucraina o un altro paese in Europa".
Parigi, 17 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.