Prenotazioni online di biglietti per concerti ed eventi uguali a tutti gli altri, numero di posti disponibili adeguati e accessibili per garantire visibilità e fruibilità effettive degli show live, oltre allo stop alle segregazioni in aree separate e lontane dal resto del pubblico e nuovi parametri inclusivi senza barriere per le progettazioni delle infrastrutture. Sono queste le proposte di Live For All, il primo manifesto italiano per eventi in tempo reale finalmente inclusivi, accessibili e alla pari per tutti. In Italia le persone con disabilità oggi sono costrette a subire forti disagi, se non addirittura impedimenti o gravi discriminazioni se vogliono, come gli altri, andare a vedere dal vivo un concerto, una partita di calcio allo stadio, uno spettacolo teatrale o una manifestazione sportiva in un palazzetto. Per ovviare a questo grave problema, presente a macchia d’olio un po’ in tutta la Penisola, nasce Live For All. È stato presentato il 10 aprile al Centro Internazionale di Brera a Milano dal Comitato per i Concerti inclusivi formato da Lisa Noja, avvocata e consigliera regionale in Lombardia per Azione-Italia viva; Valentina Tomirotti, giornalista e attivista disability; Riccardo Di Lella, candidato sindaco Comune di Fenegrò (CO); Serena Tummino, assistente social media Parlamento europeo in Italia; Marina Cuollo, scrittrice e consulente Diversity & Inclusion.

L’iniziativa ha valore nazionale e gli ideatori per sostenerla hanno lanciato il 5 aprile anche una petizione su change.org. “Oggi, in Italia”, si legge nel manifesto pubblicato online, “un confine invalicabile impedisce a una parte del pubblico di vivere appieno questa esperienza. È il confine che separa le persone con disabilità da tutti gli altri. Nel momento in cui acquistano il biglietto per l’evento. Nel momento in cui accedono agli spazi dedicati. Nel momento in cui si spengono le luci e comincia la magia. In tutti quei momenti, le persone con disabilità vivono in un mondo a parte. Così l’esperienza più unificante che ci sia si trasforma in un vissuto segregante e colmo di solitudine”. E chiudono: “Noi crediamo che quel confine non sia più tollerabile”.

Scritto e pensato sotto forma di 5 obiettivi principali, il manifesto ha lo scopo di promuovere azioni efficaci per permettere alle persone con disabilità di vivere eventi live come tutti, secondo i principi della progettazione universale e prenotazioni certe e trasparenti con un semplice click. “Credo siano ormai sotto gli occhi di tutti le discriminazioni continue subite dalle persone con disabilità che desiderano e hanno il sacrosanto diritto di godersi un concerto o una partita allo stadio come tutti gli altri, discriminazioni che sono davvero intollerabili”, dice a ilfattoquotidiano.it Noja, una dei promotori dell’appello. “Per questo è nato Live For All – aggiunge – il primo manifesto che è frutto di un lavoro corale e che vuole aprire un dibattito serio e costruttivo”. Il Comitato vuole parlare con le istituzioni, gli organizzatori degli eventi, i club sportivi, gli artisti e con tutti i cittadini sensibili, per “trovare insieme soluzioni concrete che consentano alle persone con disabilità di fruire della bellezza degli eventi dal vivo in condizioni di reale parità. E’ il momento di agire, ora”, afferma Noja. “Ho aderito al manifesto perché la musica non deve avere barriere di alcun tipo e deve essere un mezzo di comunicazione che può accomunare davvero tutti”, sostiene anche Tomirotti.

Tra le tante persone che condividono le finalità del manifesto c’è Sonia Veres: ha la Sma e vorrebbe poter assistere come fanno anche gli altri genitori ai concerti o agli spettacoli teatrali insieme alla figlia di 6 anni, ma sono tante le criticità organizzative e gestionali che glielo impediscono. Le persone disabili hanno diritto, per le varie policy, a un accompagnatore ma deve essere maggiorenne per i regolamenti vigenti e quindi non possono stare con i figli minorenni. “Io sono una mamma con disabilità motoria e mi muovo in carrozzina elettrica”, spiega Veres al Fatto.it. Da quando c’è sua figlia non riesce ad organizzare facilmente gli eventi insieme a lei. “Il problema più grave che si pone subito è la troppa attesa per avere la conferma che la mia richiesta è stata accolta dall’organizzatore, di conseguenza non posso comprare anche un biglietto per la bambina se questi vanno in sold out e io sono ancora in attesa”. A quanto risulta a ilfattoquotidiano.it sono tanti i casi simili di genitori come Veres che subiscono le stesse discriminazioni. “A parte che noi persone disabili siamo adulte in grado di intendere e volere e possiamo badare benissimo ai nostri figli o nipoti o figli di amici under 18 ma proprio perché non possono stare con noi in quanto minorenni ci viene detto che loro devono per forza avere un altro accompagnatore e magari stare in una zona completamente diversa dalla nostra”. Questo avviene perché la pedana riservata alle persone disabili è solo per gli accompagnatori e per lo spettatore con disabilità. “Non mi sembra giusto che io non possa vedere un concerto senza mia figlia accanto”, denuncia Veres. Infine segnala anche che “in alcuni concerti o eventi di altro genere il nostro accompagnatore maggiorenne viene persino sistemato o dietro o davanti a noi, senza che possa assisterci, vi sembra corretto?”.

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