Il governo attuale ha prima operato tagli alla sanità. Medici denunciano che questo costerà molto ad aree quali la prevenzione, la ginecologia (ovviamente si riferiscono alle interruzioni di gravidanza che i fascisti tentano di bloccare in ogni modo), e la psichiatria. Nei giorni scorsi 450 psichiatri italiani hanno scritto al Presidente Mattarella denunciando il fatto che tali tagli riporteranno l’assistenza alle persone affette da malattie mentali ad un livello tale da fare temere un ritorno alle situazioni manicomiali prima di Basaglia. Per i ginecologi, troppi dei quali obiettori, significa due cose: il fatto che chi obietta all’aborto può farlo impunemente e chi non obietta troverà un livello di ostruzionismo enorme che non consentirà lo svolgersi delle corrette attività assistenziali.
L’Europa ha deciso di includere l’aborto assistito tra i diritti basilari da dover garantire a tutte le donne. A quel provvedimento si erano opposti i fascisti che in Italia invece decidono di introdurre tra i capitoli in bilancio l’ingresso autorizzato degli antiabortisti nei consultori. Il gioco dunque è fatto. Innanzitutto impedire alle donne di avere accesso al diritto all’aborto, pur se la legge 194 lo garantisce. Poi consegnare le donne che sfuggono alle persecuzioni nei consultori ad ospedali che non garantiscono assistenza sanitaria perché pieni di obiettori o manchevoli di servizi per i tagli alla sanità.
Il consultorio è la porta di accesso al quale rivolgersi perché la richiesta di aborto sia valutata e poi introdotta affinché le donne possano fissare la data di interruzione di gravidanza in ospedale. Se nel consultorio troverete “volontarie” no-choice che si aggirano per indurvi sensi di colpa o terrorizzarvi con previsioni catastrofiche che riguardano le conseguenze della vostra scelta potrà sembrarvi ovvio sfuggire alla morsa e forse rivolgervi a persone non competenti che vi faranno pagare, a rischio della vostra vita, per un aborto clandestino. Così saliranno i numeri di donne che non potranno abortire, malgrado la maternità non sia la loro scelta, o che periranno per aborto clandestino.
La destra sta facendo di tutto per riportare l’orologio dei diritti delle donne a prima dell’approvazione della legge 194. Manca solo che si ritorni a considerare i figli nati al di fuori dei matrimoni come illegittimi, con conseguente marginalizzazione sociale delle loro madri, e hanno ottenuto ciò che volevano. La criminalizzazione delle donne è completa. La schiavitù riproduttiva è di nuovo assicurata. La colpevolizzazione delle donne che non vogliono figli è nuovamente imposta. Lo stigma sulla femmina che non si adopera per rientrare nel gregge delle vacche da riproduzione è rilegittimato.
Da sempre la destra ha promosso come punto cruciale della propria ideologia il controllo dei corpi delle donne a fini riproduttivi. Per loro non siamo persone ma schiave da riproduzione. Su questo i nostri neofascisti si muovono in concomitanza alle destre statunitensi, dove l’era Trump ha consegnato alle donne nuovi incubi e divieti per l’aborto, perfino quando le gravidanze sono conseguenza di incesto e stupro. Non interessa loro la nostra serenità. Non interessa quel che desideriamo. Vogliono imporci il loro mantra sulla meravigliosa presunta felicità materna. Seguirà la promozione del premio alla mamma più prolifica. Premio alla mamma che ha consegnato figlioli, futuri balilla, alle nuove scuole sempre più militarizzate (vedi “La scuola va alla guerra” di Antonio Mazzeo).
Dite che non c’erano i segnali? Eppure avreste dovuto capire. Taglio del reddito di cittadinanza rivolto a tutti i poveri, polemiche su ciò che povertà significa per ciascuno, insulti ai disoccupati definiti divanisti, poi promozione di un assegno per un tot a figlio per le donne che obbediscono all’editto dittatoriale. Quello che il governo attuale sta facendo corrisponde a ciò che Mussolini impose negli anni di occupazione violenta dei corpi delle donne. Quelle che si ribellavano allo stupro istituzionale sui propri corpi finivano in manicomio. Tutto torna.
Se non vogliamo che le nostre figlie vivano nel terrore e che possano usufruire dei diritti ottenuti grazie a lotte e sudore e sangue delle loro nonne e madri dobbiamo necessariamente rifiutare quel che sta avvenendo. Un tempo la rete clandestina di ginecologi e studenti di medicina che volevano dare assistenza alle donne affinché non finissero nelle mani delle mammane rappresentava una garanzia coraggiosa per noi. Bisognerà formarne un’altra? Servirà che una rete rispettosa dei diritti delle donne finisca in galera a pagare un crimine imposto dai nostalgici mussoliniani?
In tal caso io ci sono. Non sono un medico ma aiuterò in ogni modo per evitare che altre donne muoiano mentre tentano di sfuggire alle persecuzioni del governo. Che la Resistenza abbia inizio. E dato che è prossima la festa di liberazione dal nazifascismo: buon 25 aprile.