“Qualcuno si chiede se la Santanché si dovrebbe dimettere o meno. La domanda è impropria, perché lei si dovrebbe dimettere indipendentemente dalle sue responsabilità penali e da quello che sarà il giudizio. Un ministro dello Stato non può cadere in una cosa del genere e resistere sfacciatamente senza reagire. Non è decente che resti lì“. Così lo scrittore e giornalista Corrado Augias, ospite di Dimartedì (La7), commenta il caso della ministra del Turismo Daniela Santanchè, doppiamente indagata per truffa ai danni dello Stato sui fondi Covid e per falso in bilancio.
Augias si pronuncia sulla sfilza di cause legali intentate da esponenti del governo Meloni e dalla stessa presidente del Consiglio all’indirizzo di intellettuali e di giornalisti: “È il segnale di una insofferenza alle critiche. Ci sono alcune querele che mi addolorano e mi indignano, in particolare quella al professor Luciano Canfora, grande filologo. Della sua storia si sono occupati il quotidiano francese Libération e il Book Reviews del New York Times. Quale nobiltà – continua – sarebbe stata da parte della presidente del Consiglio dire: il professor Canfora ha sbagliato, ma nel frattempo, da quando lui ha detto quelle parole, io sono diventata presidente del Consiglio e non posso trascinare in giudizio uno dei più illustri filologi italiani, perché non è giusto. Quando Canfora disse quelle parole, Meloni era solo il capo di un partito di opposizione. E da presidente del Consiglio si può ben permettere il lusso di non continuare in giudizio”.
“E invece ha chiesto anche un risarcimento di 20mila euro“, commenta il conduttore Giovanni Floris.
Lo scrittore, infine, si esprime sul francobollo commemorativo a Silvio Berlusconi, così come deciso dal governo Meloni: “Silvio Berlusconi è stato un imprenditore geniale, ma un uomo di Stato deplorevole: ha insultato gli avversari e gli organi dello Stato, ha deriso il pagamento delle tasse, ha chiamato ‘coglioni’ quelli che votavano il Pci, e così via. Ed è stato anche un pregiudicato. Fargli un francobollo significa continuare a dare il cattivo esempio“.