Non sono bastati mesi di trattative e scontri, primarie saltate dopo lo strappo del M5s di Giuseppe Conte nello sfondo delle inchieste giudiziarie, né il tentativo disperato di un terzo nome in grado di fare sintesi.

Alla fine, dopo l’ultimo vertice, i due candidati in campo a Bari per l’area progressista, Vito Leccese e Michele Laforgia, si sono incontrati e hanno deciso di andare ognuno per la sua strada. Soltanto una sorta di “patto di non belligeranza” e un impegno futuro in vista di un eventuale ballottaggio e, in caso di vittoria, per una collaborazione nel governo della città. Nulla di più. E così non sono mancate le accuse verso chi ha deciso di strappare, visto il pericolo di spianare la strada alla destra.

“In un momento in cui c’è un governo che forza sul premierato e sull’Autonomia differenziata, andare divisi in una città come Bari significa favorire un candidato che proviene proprio dalla Lega (Fabio Romito, ndr)”, rivendica il deputato dem barese Ubaldo Pagano. E ancora: “Spero si faccia come hanno promesso i due candidati, che si parli di programmi e di proposte”. Tradotto, che non si alimentino le tensioni dentro l’area del centrosinistra, o del ‘campo largo’, per poi cercare di convergere in un eventuale secondo turno.

“Un regalo alla destra? No, credo che Conte abbia fatto la scelta corretta, Laforgia rappresenta una novità. E che la discontinuità possa far bene. Elettorato disorientato, magari dopo una campagna elettorale dai toni accesi? Nessuno dubbio che un elettore dem possa votare per Laforgia”, taglia corto invece il capogruppo M5s alla Camera Francesco Silvestri. In casa dem è invece Matteo Orfini a rivendicare: “Che senso ha, nel momento in cui si dichiara di stare dalla stessa parte e di volersi ritrovare al secondo turno, disperdere prima questo patrimonio e andare divisi?”. Mentre la senatrice Susanna Camusso avverte: “Di una sconfitta sarebbe responsabile chi ha determinato questa rottura”.

Ma se Pd e M5s si rimpallano le responsabilità, nel giorno in cui si certifica la spaccatura nel centrosinistra, c’è un altro caso Bari. Quello legato ad Alleanza Verdi Sinistra, che rischia a sua volta di correre divisa e senza simbolo nel capoluogo pugliese. Perché se Angelo Bonelli (co-portavoce di Europa Verde) ha confermato il sostegno a Vito Leccese, dal fronte di Sinistra italiana – che ancora sostiene Michele Laforgia – le riflessioni sono in corso. Dallo staff del segretario Nicola Fratoianni precisano di non voler ancora parlare pubblicamente, mentre Bonelli invita SI a cambiare rotta e candidato: “Non è ancora detto che il simbolo di Avs non si presenterà a Bari, ma non farlo sarebbe un errore“.

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