Un colonnello dell’esercito, un brigadiere generale e un ingegnere che operavano nel settore militare dello smaltimento rifiuti, in servizio presso lo stabilimento di Parma dell’AID (ente pubblico controllato dal Ministero della Difesa). Poi il presidente di una Spa della provincia di Reggio Emilia con 20 milioni di fatturato e un centinaio di dipendenti, sua figlia e i suoi più stretti collaboratori. Sono i principali indagati di una vasta operazione condotta dalla Guardia di Finanza guidata dal colonnello Ivan Bixio e coordinata dalla procura di Reggio Emilia, che ipotizza reati di corruzione e sfruttamento della prostituzione. Escort di lusso, notti pagate in hotel da sogno, buoni benzina, cene, champagne e biglietti gratis per lo stadio Tardini di Parma, in cambio di lavori e incarichi esclusivi, a prezzi gonfiati, presso l’impianto di termodistruzione dove venivano smaltiti e resi innocui munizioni, missili e bombe al fosforo dell’esercito italiano e di altri paesi NATO come Francia e Regno Unito. Agli arresti domiciliari è finito l’imprenditore Enrico Benedetti, residente a Quattro Castella (Re), titolare dell’azienda ESA spa di Bibbiano (Re) che otteneva i lavori. Misure interdittive per sua figlia Margherita Benedetti e sospensione dai pubblici uffici per i tre responsabili dell’impianto industriale della Difesa.
Complessivamente sono 14 le persone coinvolte, per fatti sui quali il nucleo di Polizia Economica della Guardia di finanza ha iniziato a indagare in anni lontani, quando l’inchiesta sugli appalti pubblici a Reggio Emilia, coordinate dalla sostituta procuratrice Valentina Salvi, avevano fatto emergere colloqui sospetti tra Enrico Benedetti e Santo Gnoni, giudice della Commissione Tributaria di Reggio Emilia poi condannato a un anno e sei mesi con pena sospesa. In questa nuova indagine le intercettazioni telefoniche sono state fondamentali per ricostruire la dinamica dei fatti e il procuratore di Reggio Emilia Calogero Gaetano Paci ha voluto precisare che sono costate circa 68mila euro, a fronte di assegnazioni e di lavori ritenuti illeciti e gonfiati per oltre seicentomila euro nel solo ultimo anno, il 2023.
Il punto di incontro tra corrotti e corruttori è, secondo l’ordinanza firmata dal giudice Luca Ramponi, il termodistruttore installato presso lo stabilimento militare AID (Agenzia Industrie Difesa) di Noceto, in provincia di Parma, dove si esegue la “demilitarizzazione”. Dove cioè armamenti ritenuti obsoleti o inutili vengono resi innocui e distrutti: si tratti di munizioni per l’artiglieria o di bombe al fosforo bianco, si tratti di smontare missili ASTER francesi o HAWK dell’esercito italiano. C’era una sola azienda in Italia capace di svolgere queste delicate mansioni, la Sabino Esplodenti SpA, ma quando esplode per un incidente nella propria sede a sua volta oggetto di indagine, il lavoro viene affidato senza gara alla ESA spa di Reggio Emilia, grazie ai buoni uffici del generale Giulio Botto, direttore dello smaltimento militare di Noceto fino al 2020. L’altro militare coinvolto è il colonnello dell’esercito Luca Corrieri che prende il posto di Botto restando in carica fino al settembre 2023. Erano loro due secondo l’accusa a portare a casa i benefit, escort di alto livello comprese, assieme all’ing. Luigi Brindisi, capo tecnico dell’Ufficio Programmazione nello stabilimento della Difesa. Tutti e tre residenti in provincia di Parma, tutti e tre disposti ad accettare secondo l’accusa gli allettanti regali dell’imprenditore Enrico Benedetti in cambio di corsie preferenziali per l’assegnazione di lavori.
L’elenco delle regalie è dettagliato nell’atto di accusa e va dalle indicazioni nominative delle escort di alto livello (700 euro a incontro più cena pagata in ristoranti di pregio) a benefit ordinari come le tessere prepagate per fare benzina, i biglietti gratis d’ingresso allo stadio Tardini di Parma, le bottiglie di vini pregiati e gli immancabili doni natalizi.
A collaborare nella consegna di questi “doni”, oggetto della corruzione che in altri casi dell’inchiesta ha coinvolto imprese municipalizzate del settore smaltimento in Lombardia, Veneto e Toscana, erano sempre secondo l’accusa gli stretti collaboratori del presidente Enrico Benedetti nella gestione dell’ESA spa. La vicepresidente Giorgia Iasoni, moglie dell’imprenditore dei parcheggi Filippo Lodetti Alliata, la figlia Margherita che dice al padre Enrico in una telefonata: “Adesso Brindisi vuole che gli compriamo una lampada, una lampada a piantana”, e successivamente consegna questa lampada da 267 euro a Mauro Zanichelli, altro indagato dipendente dell’azienda, dicendogli che è arrivato il regalo e che se “scendi un attimo, te lo do, te lo tieni in macchina, e tu magari il giorno dopo…” lo consegni a Brindisi, chiamato “Cicciobello”.
Dell’impresa Ecologia Soluzione Ambiente spa di Bibbiano è infine indagato l’ingegnere chimico Roberto Pattacini, accusato di essere la figura di raccordo tra la società reggiana e lo stabilimento dell’Agenzia Industrie Difesa a Noceto.
“Nell’insieme” dice il procuratore Paci, “emerge un devastante quadro di mercimonio” e, nella sentenza, aggiunge il giudice Ramponi: “Senza alcun ritegno morale e rispetto per i doveri inerenti la disciplina militare”, i responsabili della società che risponde al Ministero della Difesa hanno mostrato “una fedeltà al corpo di appartenenza e ai propri doveri scarsissima” come scarsissimo è stato “il rispetto per la legge.”