Un aggressione violenta contro il medico di famiglia. Aveva chiesto dieci giorni di malattia, ma il dottore gliene ha prescritti solo due. Per questa “ragione” un paziente ha picchiato violentemente un medico di base della Bassa modenese che a causa dell’aggressione ha avuto bisogno delle cure del pronto soccorso di Mirandola dove è stato medicato e dimesso. La vicenda è riportata dalla Gazzetta di Modena. Dopo aver preso in carico il dottore, che aveva riportato diverse ferite per l’aggressione nel suo studio, i medici del pronto soccorso hanno fatto denuncia, come previsto in questi casi, ai carabinieri. Nel 2023, riporta il quotidiano ricordando i numeri denunciati dalle aziende sanitarie modenesi a marzo, sono stati registrati su SegnalER – piattaforma informatica regionale delle segnalazioni per la sicurezza delle cure e dei sinistri nelle Strutture sanitarie della Regione Emilia-Romagna – 328 episodi di violenza contro operatori sanitari e socio-sanitari. A questi si aggiungono, per quanto riguarda Policlinico e Baggiovara, ulteriori 85 casi che risultano dai verbali del Servizio di vigilanza.
“Siamo fortemente preoccupati per questa escalation di violenza contro i medici, che non risparmia ormai nessuna categoria di colleghi. Si è lacerato quel rapporto di fiducia speciale che sinora aveva fatto da scudo ai medici di famiglia” ha affermato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, in merito all’episodio, l’ennesimo caso di violenza sui camici bianchi. “Si tratta di un episodio gravissimo – aggiunge – che è anche un campanello d’allarme. Non dimentichiamo che la negazione di una prestazione che il medico ritiene inappropriata è, secondo i dati dell’Osservatorio ministeriale, uno dei motivi che più frequentemente scatenano la violenza. E’ per motivazioni simili che sono stati uccisi la psichiatra Paola Labriola a Bari e il cardiologo Gaetano Alaimo in provincia di Agrigento, e che tanti colleghi sono stati aggrediti, insultati, minacciati anche a mano armata. Più in generale, questi episodi sono un sintomo del forte malessere che cresce all’interno del Servizio sanitario nazionale”.
“È di oggi – continua Anelli – un’indagine dell’EngageMinds Hub, il centro di ricerca dell’Università Cattolica di Cremona diretto da Guendalina Graffigna, che mette in evidenza come 9 italiani su 10 siano critici nei confronti del Ssn. E i medici, gli operatori sanitari, sono visti come terminali proprio del Ssn, come bersagli su cui sfogare le insoddisfazioni e gli scontenti. Quando si parla di violenza – conclude il presidente dei medici – è importante comprenderne le cause, in un’ottica di prevenzione e di gestione del rischio, ricordando che non è mai giustificabile, e tanto meno quando è rivolta verso i curanti. Al collega aggredito va la nostra piena solidarietà e vicinanza, così come al presidente dell’Ordine dei medici di Modena, Carlo Curatola, e a tutto il Consiglio”.