“La Meloni deve curarsi di altre manifestazioni che sono contro la Costituzione. Quelle pro Palestina, invece, non sono contro la Costituzione. La Meloni si preoccupasse dei suoi, perché quando uno governa deve stare badata. Non è proprio il caso di accendere delle micce“. Così a Tagadà (La7) Pier Luigi Bersani commenta le parole di condanna pronunciate ieri dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sui disordini nati all’Università Sapienza di Roma durante una manifestazione pro Palestina (“Questo non è manifestare ma delinquere”, ha scritto ieri Meloni su X).
Bersani sottolinea: “La Costituzione garantisce il diritto di manifestazione. Se qualcuno vuole manifestare su un tema delicatissimo come quello della Palestina, deve poterlo fare in sicurezza per sé e per gli altri. Ma deve poterlo fare. Non è accettabile che esponenti di governo straparlino di criminalità e di terrorismo. Ripeto, consiglierei di star badati”.
L’ex segretario del Pd commenta poi l’inchiesta siciliana su corruzione e presunto patto elettorale politico-mafioso, che ha portato alla sospensione per un anno del vice presidente leghista Luca Sammartino (ex Udc, ex Pd, ex Italia Viva): “La magistratura vada fino in fondo e faccia il suo dovere. E la politica cominci a preoccuparsi delle transumanze. Io ne ho viste un po’ recentemente anche in Basilicata, regione civilissima. Ma, perbacco, non è possibile che uno che fino a ieri ha detto ‘nero’ la mattina dica ‘bianco’ o ‘rosso’ . La politica deve sorvegliare questo tipo di passaggi opportunistici. Bisogna produrre un minimo di coerenza, di trasparenza, di serietà”.
“E magari essere sempre garantisti – replica ironicamente la conduttrice Tiziana Panella – e non esserlo a targhe alterne”.
“Quello sempre – risponde Bersani – Ma facciamo ridere quando parliamo di garantismo a proposito delle espressioni della politica. Se vogliamo tornare a essere un minimo seri tutti quanti, ciascuno di noi cerchi di darsi un profilo e tenerlo coerente. Non si prenda su la qualunque per qualche voto in più, perché poi lo paghi”.