Trenta suicidi in carcere in Italia dal 6 gennaio al 7 aprile di quest’anno. Sono settimane che l’attenzione si è concentrata su quella che giorno dopo giorno assume la consistenza di una strage. E per questo i garanti territoriali delle persone private della libertà personale lanciano un appello al Parlamento e al ministro di Giustizia. “Il 18 marzo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo la Polizia Penitenziaria ha detto: ‘Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti’. Non si fa più in tempo a enumerare i casi di suicidio che si è costretti a aggiornarne l’agghiacciante elenco. Uno stillicidio insopportabile, come la sensazione di inadeguatezza delle attività di prevenzione. È più che mai doveroso analizzare il fenomeno del sovraffollamento ribadendo, ancora, l’impellente necessità di interventi urgenti”.
I garanti spiegano che “la maggioranza dei detenuti vive, per oltre 20 ore al giorno, in celle sovraffollate, dalle quali esce solo nelle ‘ore d’aria’. Questa è una violazione dei principi della Carta costituzionale e dell’Ordinamento penitenziario. Tale situazione non è insuperabile. È necessario riempire di senso il tempo della detenzione, offrendo più attività culturali, lavorative, sportive e ricreative. Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche più colloqui, telefonate, videochiamate. È necessario personale specializzato (psicologi, educatori, psichiatri, pedagogisti, assistenti sociali, mediatori linguistici) che dia ascolto ai detenuti e ne riesca a cogliere le ragioni di intollerabile sofferenza”.
Un accento è posto sulla necessità di “un maggior numero di misure alternative alla detenzione. In effetti, sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione. Chiediamo dunque a tutti i Parlamentari norme specifiche e urgenti, e al Ministro di Giustizia provvedimenti concreti in tempi rapidi, in aderenza con le parole del Presidente della Repubblica. Sollecitiamo i parlamentari (nazionali ed europei), i consiglieri regionali e comunali e i magistrati di sorveglianza a visitare le carceri con maggiore continuità e frequenza, perché, anche oggi – come scriveva Piero Calamandrei – ‘i suicidi sono il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere”.
I garanti ricordano che domani, “a un mese esatto dall’appello del Presidente della Repubblica, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali diffonderanno l’appello, ricordando i nomi dei detenuti morti suicidi, per malattia e altre cause ancora da accertare nonché i nomi degli agenti di polizia penitenziaria che quest’anno si sono tolti la vita. Siamo disponibili a incontri col Ministro della Giustizia, le commissioni giustizia di Camera e Senato e l’Amministrazione penitenziaria per dare il nostro contributo per risolvere le gravi problematiche che affliggono il carcere, le persone detenute e chi ci lavora quotidianamente”. Giovedì 18 aprile alle 11.30, la Camera penale degli avvocati di Cagliari nella scalinata del Palazzo di Giustizia ha organizzato un flash mob dove verranno letti al megafono le date di queste tragedie, le carceri dove sono avvenute e l’età dei detenuti che si sono tolti la vita per “dare voce a tutti coloro che non possono parlare”.
Se hai bisogno di aiuto o conosci qualcuno che potrebbe averne bisogno, ricordati che esiste Telefono amico Italia (0223272327), un servizio di ascolto attivo ogni giorno dalle 10 alle 24 da contattare in caso di solitudine, angoscia, tristezza, sconforto e rabbia. Per ricevere aiuto si può chiamare anche il 112, numero unico di emergenza. O contattare i volontari della onlus Samaritans allo 0677208977 (operativi tutti i giorni dalle ore 13 alle 22).