Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto di triplicare i dazi sull’acciaio e sull’alluminio cinesi, citando la “concorrenza sleale” che verrebbe messa in atto da Pechino. “Le politiche e i sussidi cinesi alle industrie nazionali dell’acciaio e dell’alluminio fanno sì che i prodotti statunitensi di alta qualità siano sottoquotati“, ha dichiarato il presidente aggiungendo che il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti sta anche avviando un’indagine sulle pratiche commerciali della Cina nei settori della cantieristica, del trasporto marittimo e della logistica. I dazi fanno parte di una più articolata serie di misure per sostenere il settore siderurgico americano (e conquistare più voti tra i lavoratori del comparto). Biden insiste inoltre sul fatto che la United States Steel, con sede a Pittsburgh, dovrebbe rimanere di proprietà americana. Sul gruppo c’è in corso un tentativo di acquisizione da parte della giapponese Nippon Steel.
Nel 2023 gli Usa hanno importato alluminio e acciaio dalla Cina per un valore di 1,7 miliardi di dollari. Gli Usa hanno comprato acciaio per un valore di 900 milioni e 750 milioni di dollari di alluminio. La Cina è peraltro di gran lunga il primo paese produttore al mondo, davanti ad India e Giappone. “Il presidente è consapevole della necessità di investire nel settore manifatturiero americano, ma dobbiamo anche proteggere quegli investimenti e quei lavoratori dalle esportazioni sleali associate alla sovraccapacità industriale della Cina“, ha detto ai giornalisti Lael Brainard, direttore del Consiglio economico nazionale. Sul tema di una eccessiva produzione della Cina la Casa Bianca sta ultimamente battendo molto. La segretaria al Tesoro Janet Yellen, che si è recata a Pechino ad inizio aprile, ha molto insistito su questo punto.
Più nello specifico Biden chiede di alzare le tariffe su un’ampia gamma di tipologie di acciaio e alluminio cinesi. I prodotti che attualmente hanno tariffe dello 0% o del 7,5% dovrebbero essere sottoposti a dazi al 25%. La decisione finale spetterà al rappresentante commerciale degli Stati Uniti, Katherine Tai. Di questa strategia fanno parte anche interlocuzioni con il Messico per fare in modo che l’acciaio cinese non arrivi negli Usa attraverso il paese centroamericano, schivando i dazi.