Ormai ci siamo, introno al 20 aprile per il bitcoin scatterà il cosiddetto halving, il dimezzamento. È un previsto e quadriennale aggiornamento del software che sorregge la struttura della criptovaluta e che fa sì che si riduca della metà il numero di bitcoin che i computer che partecipano alla rete della moneta virtuale ricevono ricompensa delle loro operazioni di validazione delle transazioni che avvengono nel network. Detta in modo più semplice. diminuisce la quantità di nuovi bitcoin che viene immessa sul mercato. Si tratta del quarto halving dal 2012, voluto dall’anonimo creatore del bitcoin per mantenere il limite massimo di 21 milioni di “pezzi” in circolazione ed evitare che diventi inflazionistica come valuta. Nell’attesa di questo appuntamento, la più celebre tra le monete digitali ha perso un po’ di valore dal picco, non lontano dai 74mila dollari, raggiunto lo scorso 14 marzo. Attualmente viene scambiato intorno ai 60mila dollari. Un movimento che ha trascinato con se al ribasso molte delle criptovalute “minori”.

In teoria la riduzione dell’offerta di una moneta (digitale e non) dovrebbe aumentarne il valore ma il mercato, come sempre, gioca d’anticipo. Gli effetti dell’halving erano insomma già nei prezzi record del mese scorso. L’introduzione a inizio anno di Etf sul bitcoin che rendono molto più semplice investire sulla criptovaluta, semplificano anche molto il disinvestimento, quindi, dopo una spinta iniziale, le due cose sono destinate ad equilibrarsi. A pagare dazio per il dimezzamento saranno in primo luogo i cosiddetti “minatori”, ossia le strutture che producono i bitcoin mettendo al lavoro eserciti di computer collegati tra loro. In pratica, stesso lavoro, paga ridotta della metà. Secondo alcuni calcoli significa una perdita per il settore di circa 10 miliardi di dollari. Curioso quanto accaduto al bitcoin durante l’attacco iraniano ad Israele dello scorso 13 aprile. La criptovaluta ha registrato il peggior calo dell’anno giungendo a perdere oltre l’8%. Insomma, altro che bene rifugio, dimezzato o meno il bitcoin rimane uno prodotto finanziario altamente speculativo. Nulla di male, basta saperlo.

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