Bisogna pur mangiare. E se è vero che nelle domeniche bestiali il cibo è un fil rouge imprescindibile tra paninazzi sugli spalti e grigliate in campo, è anche vero che come sempre il concetto può essere facilmente equivocato. Trasformando in cibo ciò che assolutamente non lo è o trovando escamotage singolari per procurarselo. Magari sotto banco, senza urlare al mondo ciò che si sta facendo, per evitare di finire sotto riflettori o raggi laser.
UN ASSAGGIO
“L’avversario va sentito, l’avversario va assaporato”, avrà detto così il mister del Real Montalto, Prima Categoria Marche, ai suoi calciatori, che però evidentemente l’hanno preso troppo in parola, come nel caso di Mirko Silvestri, squalificato per quattro giornate perché: “Durante il rientro negli spogliatoi il ridetto calciatore morde un dito di un calciatore avversario, causando una ferita ben visibile ma senza fuoriuscita di sangue”.
LASER
L’uso del laser è una piaga del calcio di oggi: sono tanti gli episodi di gare in cui i dispositivi vengono puntati in faccia ai giocatori, in particolare ai portieri, ma è un unicum se a puntare il laser contro il portiere avversario è…il portiere avversario. Accade in Messico, dove il portiere argentino del Tigres Nahuel Guzman, un tipino che a confronto il nostro amato Dibu è un capo di stato, seduto in panchina ha pensato bene di puntare il laser negli occhi del collega avversario del Monterrey, il connazionale Esteban Andrada. Non la peggiore di Guzman, che già era stato capace di nascondersi sotto un telone per vedere una partita dopo essere stato espulso e aveva provato “trucchi magici” contro un attaccante che doveva tirargli un rigore contro.
URLA
Cosa c’è di più fastidioso di qualcuno che ti urla nelle orecchie? Ragionamento che ha portato alla multa da 150 euro per il Cenisia, società di Under 16 del Piemonte, perché: “Per il comportamento offensivo dei propri sostenitori, in particolare di un gruppetto di essi che per tutta la durata della gara contestava l’operato della terna, rivolgendo loro proteste e insulti. In particolare, un tifoso si avvicinava alla recinzione nella posizione occupata dall’assistente arbitrale n. 2 e gli urlava nelle orecchie”.
QUANTO MI DAI?
Come detto, bisogna pur mangiare. Avrà pensato così Dani Lorenzo, centrocampista del Malaga, quando ha contrattato con un tifoso a bordo campo la cessione della sua maglietta. Già, perché si nota oltre al passaggio della maglietta da Dani Lorenzo al tifoso anche il passaggio inverso di una banconota da 50 euro. Cessione che il calciatore poi ha ammesso: “Non sono milionario e dopo un certo numero di magliette regalate il club ci chiede 50 euro, per questo ho accettato i soldi”. E le mogli degli stopper di terza categoria, che le magliette sporche di terra e puzzolenti se le ritrovano a casa gratis, sospirano.
Immagine di copertina creata con l’AI