Malore per Sohaib Teima, ventunenne di Fermo arrestato il 10 aprile a Lione e sospettato dell’omicidio di Auriane Nathalie Laisne, trovata morta il 5 aprile in una chiesetta diroccata in Valle d’Aosta. Il giovane si è sentito male mentre usciva dal carcere di Grenoble per essere trasportato davanti alla Corte d’Appello che dovrà decidere sulla sua estradizione ed è stato ricoverato in ospedale. L’udienza delle 11 per ora non si è potuta svolgere, il giovane aveva già dato l’assenso per l’estradizione. All’origine del malore, secondo corte e avvocato – come riportano i giornali francesi Le Dauphiné Libéré e Le Progrès – ci potrebbe essere un’overdose di antidepressivi.
Teima ai suoi difensori ha negato di essere il responsabile della morte della 22enne francese: “Non ho ucciso io Auriane”. Al suo avvocato francese, Julien Paris, ha raccontato una versione dei fatti completamente alternativa a quella dell’omicidio premeditato per il quale è “gravemente indiziato” dalla procura di Aosta. Una ricostruzione su cui i legali non lasciano però trapelare dettagli: “Deve essere verificata“, dice l’avvocata Lucia Lupi, che lo assiste nel procedimento penale italiano insieme al collega Igor Giostra. Intanto non si trova l’arma del femminicidio. Questa mattina Stamani le unità cinofile dei carabinieri hanno perlustrato i boschi della zona alla ricerca del coltello che ha tagliato la gola della ragazza. Le operazioni si sono concentrate tra la vegetazione e i ruderi del villaggio dell’Equilivaz, disabitato dopo una frana caduta nel 1879.
Sulla decisione dei magistrati per l’estradizione, dopo che si sarà tenuta l’udienzia, pesano più fattori. Uno su tutti l’eventuale richiesta del procuratore di Grenoble, Eric Vaillant, di processare il giovane per omicidio. Anche oltralpe infatti gli inquirenti hanno aperto un fascicolo analogo a quello della procura di Aosta: il femminicidio potrebbe essere considerato come l’atto finale dei maltrattamenti per i quali il ragazzo era già a processo in Francia, e la procedura per l’estradizione complicarsi. Il fermano al momento è sottoposto a due misure cautelari. La prima, che aveva portato al suo arresto la sera del 10 aprile a Lione, è legata alla violazione del controllo giudiziario a cui era sottoposto dall’autorità francese dal 13 gennaio, dopo la denuncia per “violenza domestica e minacce volte a ritrattare la querela” a danno di Auriane. Una inosservanza del divieto di avvicinarsi alla ragazza appurata solo dopo che i poliziotti italiani, durante un controllo di routine al traforo del Monte Bianco, avevano identificato la coppia a bordo di un autobus di una compagnia ‘low cost’ proveniente dalla Francia. Per questo procedimento l’udienza è fissata al 3 maggio. La seconda è la custodia in carcere disposta dal gip di Aosta, su richiesta della procura, che si è tradotta nel mandato d’arresto europeo notificato a Sohaib l’11 aprile, il giorno dopo il suo fermo.
Gli inquirenti francesi, con ogni probabilità, hanno in mano il telefono del fermato. L’analisi del dispositivo potrebbe fornire indicazioni fondamentali alle indagini. In Italia, gli elementi in possesso dei carabinieri del reparto operativo di Aosta sono altri. Come la ricostruzione dei movimenti della coppia, ottenuta incrociando i dati del loro ingresso in Italia, il 25 marzo, con le testimonianze raccolte a La Salle, tra i commercianti a cui i due giovani chiedevano indicazioni per raggiungere il villaggio disabitato di Equilivaz. Lì dove Sohaib, dal carcere, continua a ripetere di non aver ucciso Auriane.