Un maestro di una scuola materna del sud ovest di Milano è stato arrestato, ieri, in flagranza con l’accusa di abusi sessuali nei confronti di quattro bambine di età compresa tra i 4 e i 5 anni. A incastrare l’uomo, un 34enne, le microcamere collocate dagli investigatori nell’aula il 13 aprile scorso. Che hanno ripreso le violenze. Tra il 15 e il 17 aprile, giorno dell’arresto, sono stati registrati cinque episodi di abusi più gravi sulle bambine. L’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dalla pm Rosaria Stagnaro, è partita da una segnalazione sui comportamenti dell’insegnante, senza precedenti penali, ed è stata condotta dalla Polizia locale. Per il maestro l’accusa è violenza sessuale aggravata. Sulla convalida dell’arresto e sulla custodia cautelare dovrà esprimersi il gip, dopo l’interrogatorio.
L’uomo arrestato ha lavorato part time, ossia come supplente, in più scuole materne. L’insegnante, 34 anni, laureato in Scienze dell’Educazione della Prima Infanzia, interrogato oggi a San Vittore dal gip Luca Milani, non ha risposto alle domande. Il giudice già sabato dovrebbe decidere sulla richiesta di convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere avanzata dal pm Rosaria Stagnaro L’inchiesta, avviata nei giorni scorsi, è nata dalla denuncia della Direzione area servizi dell’infanzia del Comune in seguito alle segnalazioni di due asili nido milanesi, tra quelli in cui il 34enne ha insegnato dietro chiamata per supplenze.
Tre giorni fa la Polizia locale – sempre coordinata dall’aggiunto Mannella e dalla pm Stagnaro – ha fatto sapere di aver arrestato il 12 aprile scorso, su ordinanza del gip Angela Minerva, una educatrice di 45 anni con l’accusa di maltrattamenti aggravati. La donna, secondo quanto riportato dalle autorità, ha esercitato le violenze dal 2022 in poi, ai danni di almeno dieci bambini dai pochi mesi a un anno. In quel caso le microcamere piazzate dopo una denuncia arrivata dalla Direzione area servizi dell’infanzia del Comune di Milano e dopo le segnalazioni di altre educatrici avevano registrato “violenze fisiche e psicologiche” terribili e “quotidiane”: grida, insulti volgari, minacce, strattonamenti e in alcuni casi pure “mani e gambe sulla schiena” per impedire ai piccoli “di alzarsi” e per “obbligarli a dormire”.