Ecco la mia testimonianza, Vostro Onore. Ormai ha sessant’anni eppure continua a perseguitarmi. Altro che stalking. Non ho mai chiamato la polizia perché in fondo, se serve, sono anche capace di evitarla. Ammesso che io voglia. Ecco, voglia è la parola giusta. Perché fra me e lei non c’è mai stato niente di impegnativo. Giusto qualche merenda occasionale, ma non per questo possiamo definirci compagni di merende.

Nessuna frequentazione continuativa con la Signora Nutella, no. Siamo a due isolati di distanza e quando ci incontriamo al supermercato al massimo buongiorno e buonasera. Per carità. È lei che mi segue e, quando meno me l’aspetto, scopro che qualcuno, forse mosso a pietà, me l’ha fatta entrare in casa. Ma certamente non io! Nessuna dipendenza, lo giuro.

Dirò di più: io sono a favore della sua liberalizzazione, come ha sostenuto Riccardo Cassini in un trattato che spiega quanto sia inutile e antipedagogico nascondere la Nutella perfino ai bambini: “De Inutilitate Nascondimenti Barattolorum Nutellae Ab Illusibus Mammibus”. È così che nascono le dipendenze! E non dimentichiamo il monito con cui si conclude il classico latino:

Mammae! Ne valet la penam? Hoc casinus toto per tres cucchiaiculos fetientos Nutellae? Sed qui ve lo facit fare? Et postea, postea, non vi lamentatis si filii, provati asti­ nentiarum Nutellarum, drogaturi sunt! Cannones, spi­nellos atque acidos si fannunt! Marijohannes, lsdeum, aut Fenicius Fumus (fumo Libanese). Ullae lacrimae coccodrillorum accettatae fuerint: et non dicite nos avvertendi non fuissimus.

L’accusa sostiene che questo fenomeno esiste per colpa della pubblicità? Obiezione, Vostro onore! Come avvocato della difesa posso dimostrare che lo spot in onda per celebrare i sessant’anni della Signora qui presente lavori contro di lei: un collage di scene banali e un claim che riprende il solito luogo comune del sorriso, come espressione della consumer satisfaction. Ma questo è il livello zero della pubblicità: il sorriso lo usano tutti, perfino Amazon! Perfino i dentifrici!

Se lo spot fa piangere, c’è qualcuno che può ancora sorridere: giusto i dentisti e i dietologi. Quindi la Nutella riesce a sopravvivere benissimo nonostante una pessima pubblicità, e questo significa solo due cose: uno, che i pubblicitari non hanno nessuna colpa per il suo successo, e due, che è veramente buona. Per caso, ne ho con me un campione… Vostro Onore vuole favorire? Soltanto per una prova scientifica, naturalmente…

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