Le sanzioni americane non colpiscono solo i coloni che hanno commesso violenze nei confronti della popolazione palestinese. Per la prima volta, lo stesso provvedimento è stato preso anche verso un battaglione dell’esercito israeliano. Come riportato da Axios, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, annuncerà a breve sanzioni contro il battaglione ultra-ortodosso Netzah Yehuda delle Forze di Difesa Israeliane (Idf) per violazioni dei diritti umani nella Cisgiordania occupata. Accuse che il battaglione deve fronteggiare ormai da anni.
Un primo passo che, tra le altre cose, ignora le violazioni denunciate nel corso dell’operazione militare nella Striscia di Gaza, ma che rappresenta un’azione senza precedenti nell’ambito della storica alleanza tra Washington e Tel Aviv. Le sanzioni vieterebbero al battaglione e ai suoi membri di ricevere qualsiasi tipo di assistenza o addestramento militare statunitense, nonostante la Camera americana abbia appena approvato un pacchetto di aiuti da 26 miliardi per lo ‘Stato ebraico’.
Indiscrezioni riguardo possibili sanzioni all’apparato militare e istituzionale israeliano erano circolate anche a metà febbraio, quando i media locali parlavano di un ultimatum di 60 giorni lanciato da Washington per ricevere da Tel Aviv informazioni e giustificazioni riguardo ad alcune presunte violazioni dei diritti umani nel corso delle numerose operazioni svolte nei Territori Occupati. Risposte che, evidentemente, non sono mai arrivate.
La decisione, però, è talmente senza precedenti che è riuscita a ricompattare gran parte del fronte politico israeliano, contrario alla mossa americana. Tra i primi a reagire ovviamente il primo ministro, Benjamin Netanyahu, che ha definito “assurda” la decisione dell’America: “Le sanzioni non devono essere imposte alle Forze di Difesa Israeliane – ha detto – Nelle ultime settimane ho lavorato contro sanzioni ai cittadini israeliani, anche nelle mie conversazioni con alti funzionari del governo americano. In un momento in cui i nostri soldati combattono i mostri del terrore, l’intenzione di sanzioni a un’unità dell’Idf è il massimo dell’assurdità e un basso livello morale. Il governo da me guidato agirà con tutti i mezzi contro queste mosse”.
D’accordo con lui il suo principale rivale a livello elettorale, ma al momento membro del gabinetto di guerra, Benny Gantz, secondo cui il battaglione “opera in conformità con il diritto internazionale. Lo Stato di Israele ha un sistema giudiziario forte e indipendente, che sa come controllare ed esaminare qualsiasi violazione della legge o deviazione dagli ordini dell’Idf e così faremo. Ho grande rispetto per i nostri amici americani, ma imporre sanzioni all’unità è un precedente pericoloso e invia anche un messaggio sbagliato ai nostri nemici comuni in tempo di guerra. Lavorerò affinché questa decisione non passi”.
Nonostante le parole di Gantz, sono numerose le presunte violazioni dei diritti umani e i crimini denunciati dalla popolazione palestinese, anche con documentazioni video, con l’esercito che ha sempre promesso indagini approfondite senza però prendere provvedimenti pesanti nei confronti dei responsabili. Nonostante ciò, anche dall’opposizione arrivano le proteste nei confronti di Washington. Il leader di Blu Bianco, Yair Lapid, ha definito “uno sbaglio” la decisione Usa ma ha affermato che “la fonte del problema non è il livello militare ma quello politico”: “Il mondo comprende e sa – ha spiegato – che il ministro Itamar Ben Gvir non vuole che la polizia applichi la legge in Cisgiordania e che il ministro Bezalel Smotrich non è contrario al terrorismo ebraico e alle rivolte estreme dei coloni. Il risultato è un grave danno allo status di Israele come nazione di diritto e un’altra grave erosione del nostro status internazionale”.
Foto: sito del Netzah Yehuda Battalion