“Questo termine è troppo generico” e poi “la parola antifascista, purtroppo, ha portato in tanti anni a morti“. È quando affermato dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida durante la trasmissione In Mezz’Ora su Rai 3. Ricordando che la “Costituzione è strutturalmente antifascista” l’esponente di Fratelli d’Italia e cognato di Giorgia Meloni ha aggiunto che “tutto quello che il fascismo ha rappresentato nel suo evolversi viene condannato in un testo pregevole di 139 articoli e 12 norme transitorie, nel quale i costituzionalisti hanno previsto la parola antifascista una sola volta, perché non si doveva rifare il partito fascista. E questo resta lì fermo, perché non c’è nessuno che intende, immagino, farlo perché sarebbe una follia antistorica e una cosa contro i nostri principi di libertà”, ha sottolineato il ministro.

“Noi giuriamo sulla Costituzione – ha aggiunto Lollobrigida – ma la violenza perpetrata di chi si dichiara antifascista non ci appartiene”. Una parola, quella di antifascista, che per il ministro “ha portato in tanti anni a morti”: così ha ricordato l’anniversario di Sergio Ramelli, “un ragazzo a 17 anni ucciso perché aveva fatto un tema contro le Brigate rosse, immagini un po’. Nel 1975 venne sprangato dagli antifascisti. E allora questo termine è troppo generico”.

“Quelli di fratelli d’Italia hanno il fascismo nell’ontos“, ha replicato il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli, alle parole di Lollobrigida: “Non riescono a condannare il fascismo perché la loro esistenza e la loro vita e carriera politica ha origine dal ventennio”, ha concluso Bonelli.

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