Condividere le foto dei propri figli sui social è ormai diventato la prassi. E anzi, chi non lo fa è considerato quasi un alieno. Ma è così corretto praticare lo sharenting?
Condividere le foto dei propri figli sui social è ormai diventato la prassi. E anzi, chi non lo fa è considerato quasi un alieno. Ma è così corretto praticare lo sharenting, cioè la condivisione sui social da parte dei genitori, in modo costante, di foto e informazioni relative ai propri figli?
Per sensibilizzare sull’argomento gli studenti dell’Istituto europeo di design hanno lanciato una campagna chiamata “Cornici private” che mira a far capire ai genitori i pericoli dell’esposizione online di contenuti riguardanti i bambini. Gli studenti hanno sparso per Roma cornici con foto di bambini, realizzate con l’Intelligenza artificiale, e con la domanda “Metteresti tuo figlio per strada?“.
Insomma, il messaggio è chiaro: pubblicare sui social continue foto e informazioni relative ai bambini li rende in piazza, vulnerabili. “Abbiamo chiamato questo progetto Cornici Private – spiegano i ragazzi Giorgia, Costanza, Francesca, Giorgia e Daniele, come riporta RomaToday, – per sottolineare che le foto dei bambini dovrebbero rimanere private, protette e non accessibili a tutti ma anche per suggerire il cambio di contesto che abbiamo realizzato: cornici che sono state private da ambienti intimi come le pareti domestiche, e posizionate in luoghi pubblici, le strade”.
Il problema sharenting è recentemente diventato anche di natura politica, tanto che è stata depositata alla Camera una proposta di legge con l’obiettivo di limitare, una volta approvata, la possibilità per i genitori di pubblicare video e foto dei piccoli.