“Mario Draghi futuro presidente della Commissione europea? Secondo me ha sbagliato i tempi e i modi nell’uscire allo scoperto, esattamente come quando mirava a diventare presidente della Repubblica. E alla fine non fu eletto. Se vuoi fare il presidente della Commissione Ue, non puoi uscire così allo scoperto e in anticipo”. Così, ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta, su Radio Cusano Campus, l’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli commenta le voci secondo cui l’ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Bce stia per traslocare alla presidenza della Commissione Ue.
L’esponente del M5s ridimensiona fortemente la figura di Draghi: “Penso che i salvatori della patria non siano mai esistiti, ma in generale percepiti o raccontati. La storia non ha salvatori della patria, ma comunità che poi creano dei soggetti che devono condurre queste comunità a delle soluzioni a diversi problemi. Secondo me, Draghi è super-super-sopravvalutato. È stato bravo in una cosa: a far percepire di essere un grande, più di quanto non lo sia veramente”.
E spiega: “In base alla mia piccola storia personale, ho conosciuto Draghi e i suoi atteggiamenti. Quando cadde il governo Conte Due, io ero ferocemente contrario all’appoggio al governo Draghi, per me l’ok del M5s fu davvero scellerato. Purtroppo ci fu il sostegno perché Di Maio sponsorizzava fortissimamente Draghi. E poi si capì il perché: Di Maio voleva mantenere la poltrona di ministro. In quei giorni difficili ero costantemente al telefono con Beppe Grillo a cui dicevo continuamente che noi grillini eravamo dei ‘francescani’ e che non potevamo appoggiare un banchiere, che è l’antitesi dell’umanità e dell’altruismo. Ma Beppe – continua Toninelli – mi rassicurava dicendo che Draghi aveva dato l’ok alla carbon tax e ad altre nostre proposte. Da lì ho capito una cosa proprio a livello umano di Draghi: lui dice di sì a tutti pur di ottenere un appoggio. Se ha davanti uno pro-inceneritore gli dice che è d’accordo, se ha di fronte uno contrario all’inceneritore dice ugualmente che è d’accordo, così ottiene il sostegno di tutti e due”.
L’ex ministro racconta poi un aneddoto, tra le risate dei conduttori: “Solo dopo Beppe Grillo si è messo le mani ai capelli e ha ammesso il suo grossissimo errore. Draghi lo ha fregato, anche perché Beppe dà una grandissima importanza all’ironia e all’autoironia, qualità che la politica ormai ha perso completamente. E invece nelle sue lunghe chiacchierate con Grillo, al fine di portare il M5s a questa scelta folle di appoggiare il suo governo, Draghi diede prova di ironia. In una circostanza, alla battuta di Beppe “le fragole sono mature”, questo qua rispose “anche i mirtilli” o una cosa del genere. Insomma, stette al gioco e questa cosa stupì sicuramente Beppe, che è un puro, non certo uno di palazzo, né conosce le strategie di affabulazione politica“.
Toninelli conclude: “Insomma, delle doti ne ha il signor Draghi. Speriamo che porti anche dei risultati, perché oggi a essere eclatante è più la sua immagine che il resto”.