Serena Bortone sospetta la censura? “Esistono le dimissioni“. A dirlo in un’intervista al Corriere è il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti, commentando il caso sollevato dalla conduttrice per la cancellazione dal suo programma – Chesarà…, in onda sabato sera su Rai 3 – di un monologo sull’antifascismo di Antonio Scurati, in cui lo scrittore premio Strega criticava Giorgia Meloni e il suo governo. Secondo Foti si tratta di “un caso montato ad arte“: il motivo dell’annullamento, dice, è solo il mancato accordo sul compenso di 1.800 euro chiesto dall’autore. “Non si è obbligati ad avere un cachet, a meno che la Resistenza non sia un modo per fare fattura“, ironizza Foti. “Si vuol far passare l’idea che sia stato palazzo Chigi a non volere Scurati. Forse chi lo dice era abituato a fare così”, afferma.
Eppure, gli viene ricordato, in una mail inviata al programma dalla dirigenza Rai si parla di “motivi editoriali” come giustificazione del mancato intervento dello scrittore. “A me risulta altro”, replica il capogruppo meloniano. “Venerdì sera c’era l’accordo con la redazione del programma per la partecipazione a titolo gratuito. Sabato mattina la conduttrice ha scelto di montare il caso. Ma la censura non c’è“, assicura. E a dimostrarlo, dice, è stata Giorgia Meloni pubblicando il testo del monologo di Scurati sui social: la premier “ha più follower degli ascolti di Bortone”, incalza Foti. Che poi suggerisce la soluzione più rapida: se la conduttrice pensa di essere stata censurata, afferma, può dimettersi. Liberando un altro posto per il nuovo corso del servizio pubblico.