“Ho detto che dovevano farne subito una questione di soldi“. Così, secondo un retroscena della Stampa, la premier Giorgia Meloni ha riferito al suo cerchio ristretto uno scambio avuto sul caso Scurati con due alti dirigenti Rai, il direttore generale Giampaolo Rossi e il capo della Direzione Approfondimento Paolo Corsini. Breve riassunto: sabato, alle otto del mattino, la conduttrice Serena Bortone denuncia con un post sui social la cancellazione dal suo programma Chesarà… – in onda la sera stessa su Rai 3 – di un monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, in cui lo scrittore premio Strega criticava Meloni e il suo governo. Intorno a mezzogiorno Corsini diffonde una nota in cui respinge le accuse di censura: “Credo sia opportuno non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste”, afferma. Subito dopo, però, a smentirlo spunta una mail interna inviata al programma proprio dalla Direzione Approfondimento, in cui si comunica che l’intervento sarebbe saltato per “ragioni editoriali“.
A quel punto, riferisce la Stampa, la presidente del Consiglio telefona ai suoi uomini in Rai: il dg Rossi (voluto da lei e destinato a prendere il posto dell’ad Roberto Sergio a fine mandato) e appunto Corsini (che ad Atreju, la festa di FdI, parlava del partito usando il “noi”). Loro le raccontano del cachet da 1.800 euro chiesto dall’autore e ritenuto eccessivo. E lei, “incredula” – secondo il retroscena – chiede perché questo argomento non sia stato usato subito: Corsini si giustifica spiegandole che l’espressione “motivi editoriali” usata nella mail interna è solo una formula standard e burocratica. È allora, in base alla riscostruzione, che la premier decide di giocarsi questa carta in prima persona: nel tardo pomeriggio esce sui social con il post in cui pubblica il testo di Scurati, difendendo però allo stesso tempo la Rai per essersi “rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo“. Il tema sarà discusso l’8 maggio in Commissione parlamentare di vigilanza, dov’è prevista un’audizione dei vertici Rai: si tratta di un appuntamento programmato da tempo, che però sarebbe stato fissato “in ogni caso, senza alcun tipo di sollecitazione, alla luce dell’ampio dibattito” sulla vicenda Scurati, spiega la presidente Barbara Floridia (M5s).