Proprio dopo che l’Unione europea ha rinnegato le misure principali del Green Deal, boicottato dal Ppe della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, un report rivela che l’Europa è il continente che si sta riscaldando più rapidamente: un vero e proprio hotspot climatico con un aumento delle temperature pari a circa il doppio della media globale. Il rapporto sullo ‘Stato europeo del clima 2023’ redatto da Copernicus e dall’Organizzazione meteorologica mondiale arriva proprio nell’Earth Day 2024, la Giornata Mondiale della Terra,
I dati – I tre anni più caldi sono stati quelli a partire dal 2020. La mortalità legata al caldo, inoltre, è aumentata del 30% negli ultimi 20 anni. Secondo le stime dell’International Disaster Database, nel 2023 in Europa sono morte 63 persone per tempeste, 44 per inondazioni e 44 per incendi. Le perdite economiche, invece, sono stimate in oltre 13,4 miliardi.
Le percentuali – L’”estate prolungata” (da giugno a settembre) ha visto ondate di calore, incendi, siccità e inondazioni. Con un solo aspetto positivo: la produzione di energia da fonti rinnovabili in Europa ha toccato il record del 43% superando la produzione da fonti fossili. Ma se si guarda al clima nell’Europa nord-occidentale si è sperimentato il giugno più caldo mai registrato, mentre nelle aree mediterranee si sono registrate precipitazioni ben superiori alla media del mese. A luglio, questo schema si è quasi invertito. Al culmine dell’ondata di calore di luglio, il 41% dell’Europa meridionale è stato colpito almeno da “forte stress da caldo“, con potenziali impatti sulla salute.
Le alluvioni – Da una parte il caldo, dall’altra le precipitazione che nel 2023 in Europa sono state superiori del 7% rispetto alla media. Nella media della rete fluviale europea, i flussi sono stati i più alti mai registrati nel mese di dicembre, con flussi “eccezionalmente elevati” in quasi un quarto della rete. Nel 2023, un terzo della rete fluviale europea ha registrato flussi superiori alla soglia di alluvione “elevata” e il 16% ha superato la soglia di alluvione “grave”.
Nei principali bacini fluviali, tra cui Loira, Reno e Danubio, si sono registrate portate record o quasi, a causa di una serie di tempeste tra ottobre e dicembre. Secondo le stime preliminari dell’International Disaster Database (EM-DAT), nel 2023 le inondazioni hanno colpito circa 1.6 milioni di persone in Europa e hanno causato circa l’81% delle perdite economiche dell’anno dovute agli impatti climatici sul continente.
L’impatto sulla salute – Lo stress da caldo, del resto, ha avuto un impatto anche sulla salute. Negli ultimi 20 anni – spiega il rapporto – la mortalità legata al caldo è aumentata di circa il 30% e si stima che i decessi legati al caldo siano aumentati nel 94% delle regioni europee monitorate. Questa tendenza è particolarmente preoccupante, dato che in Europa si registra un numero crescente di giorni con almeno “forte stress da caldo” e nel 2023 si è registrato un numero record di giorni con “stress da caldo estremo”.
I ghiacciai – Ci sono poi i ghiacciai. Nel 2023, le Alpi hanno registrato un’eccezionale perdita di ghiaccio legata all’accumulo di neve invernale inferiore alla media e al forte scioglimento estivo dovuto alle ondate di calore. Nel biennio 2022-2023, i ghiacciai delle Alpi hanno perso circa il 10% del loro volume residuo. Ma non si salva nemmeno la regione artica: l’anno appena passato è stato il sesto più caldo mai registrato. L’estensione del ghiaccio marino artico è rimasta al di sotto della media per gran parte del 2023. Al suo massimo annuale a marzo, l’estensione mensile è stata del 4% al di sotto della media. Al suo minimo annuale a settembre, l’estensione mensile si è classificata al sesto posto, con il 18% in meno rispetto alla media.
L’unica nota positiva – L’unico aspetto positivo riguarda la produzione di energia rinnovabile, legata al sole, al vento e alla maggiore portata dei fiumi. Nel 2023, in Europa, la percentuale di produzione effettiva di elettricità da fonti rinnovabili è stata record, con il 43%, rispetto al 36% del 2022. Così per il secondo anno consecutivo, la produzione di energia da fonti rinnovabili ha superato quella da combustibili fossili inquinanti.
Anche l’European Environment Agency (AEA) di recente ha stilato, su richiesta della Commissione Europea, un rapporto sulla situazione climatica del continente europeo e su quali dovrebbero essere le politiche europee più urgenti in relazione al clima, l’European Climate Risk Assessment (EUCRA), che ha evidenziato che nonostante l’Europa e i suoi stati abbiano fatto passi in avanti, “la preparazione della società è ancora bassa e le politiche messe in campo non sono sufficienti rispetto al livello di rischio”.