“Non ha più i numeri”. Il centrodestra pugliese accusa Michele Emiliano e mette alla prova la maggioranza presentando una mozione di sfiducia al presidente della Regione che sarà presentata entro mercoledì. La mossa di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e La Puglia Domani è stata decisa dopo il rinvio del Consiglio regionale del 23 aprile.
Dopo l’uscita del M5s dalla maggioranza in seguito alla bufera giudiziaria che ha investito esponenti della maggioranza, gli addii al gruppo Pd di Michele Mazzarano e Anita Maurodinoia, e le dimissioni del capogruppo di Con, Giuseppe Tupputi, il centrosinistra potrebbe avere numeri risicati in Aula. “Quanto accaduto – ha detto il capogruppo di FdI, Francesco Ventola – è l’ennesima dimostrazione di potere”. Per le opposizioni si tratta di “un atteggiamento arrogante e da prepotenti” che dimostra come Emiliano “è arrivato alla fine”. Paride Mazzotta, capogruppo di Fi in Consiglio regionale, “ancora una volta si rimandano lavori del Consiglio per una questione legata solo alla spasmodica ricerca dei numeri”.
In giornata, un altro “colpo” a Emiliano è arrivato anche da Michele Laforgia, candidato M5s alle comunali di Bari, che a Un giorno da pecora ha raccontato un retroscena riguardo al messaggio che il presidente della Regione avrebbe inviato ad Alfonso Pisicchio, suo ex assessore poco prima dell’arresto con l’accusa di corruzione: “È venuto nel mio studio nel pomeriggio, qualche ora prima di essere arrestato dicendo di aver ricevuto quel messaggio da Emiliano”, ha detto Laforgia, che è uno dei penalisti più in vista del capoluogo pugliese. “Sono rimasto abbastanza sorpreso, sia per il mezzo, sia per il contenuto”, ha sottolineato riferendosi al contenuto del messaggio e al suo invito attraverso WhatsApp.
Intanto nel Pd pugliese arriva una nuova “scossa” con le dimissioni della presidente dem di Bari, Titti De Simone, consigliera del presidente della Regione. La decisione arriva dopo mesi di frizioni all’interno del Pd barese: De Simone infatti sostiene la candidatura alle comunali di Laforgia, appoggiato da M5s e Convenzione, mentre il Pd ha scelto Vito Leccese.
“Per battere le destre – ha spiegato – e recuperare l’astensionismo di tanta parte della cittadinanza, serve una proposta per la città forte e credibile, che tenga conto della necessità di un rinnovamento della politica e del Pd e insieme di un rilancio programmatico del centrosinistra”. La decisione, ha aggiunto, è maturata poiché la sua scelta è ritenuta “incompatibile con il mio ruolo di presidente, cosa che mi è stata più volte comunicata dai vertici del partito locale nei giorni scorsi”. De Simone ha quindi sottolineato di aver lavorato a una “ricomposizione unitaria” in maniera “incessante”.