di Riccardo Bellardini
Passa la voglia di usare l’ironia e la leggerezza di fronte a certe inquietanti evoluzioni degli eventi. Uno vorrebbe anche sdrammatizzare, ma Giorgia fa sul serio, altro che disturbing eyes!
Non è solo disturbante tutto ciò, è allarmante e pericoloso, e tenere gli occhi aperti in questo frangente diventa fondamentale, basta tenerli un poco socchiusi per rimanere risucchiati, magari ipnotizzati dalle parole dei fascio-cazzari, dai loro tentativi di apparire in qualche modo credibili (vedi le ultime deliranti dichiarazioni sull’antifascismo di Lollo detto il supercazzolaro).
Ormai è chiaro e lampante l’uso deliberatamente distorto del potere da parte del governo e della Presidente del Consiglio. Lo faceva notare in maniera esemplare Antonio Scurati, ultimo intellettuale silurato da una Rai sempre più in balia dell’onda nera, alla festa di Repubblica. Come ha ricordato lo scrittore, l’attacco frontale riservatogli dalla premier a mezzo social ha disegnato un bersaglio sul suo volto, e ha dato modo ai giornaloni alleati di continuare l’opera screditante nei confronti di un uomo di cultura in base a motivi futili, di tipo economico, artifici per mascherare una censura in piena regola.
Il sindacato dei giornalisti Rai ha fatto notare tra l’altro che il servizio pubblico non dovrebbe avere di questi problemi, avendo tirato fuori senza batter ciglio la bellezza di 6 milioni di euro per il programma Avanti Popolo condotto da Nunzia De Girolamo. Stessa strategia dell’attacco a Canfora. Non credo che Meloni sia neonazista nell’anima. Ma fascista nell’anima probabilmente sì. Da quello viene, in quello trova il suo consenso e verso quello continua ad andare.
Giorgia agisce con criterio ignorando le conseguenze che le sue parole possono avere, agisce scientemente evitando garbo e misura, tratti che dovrebbero invece caratterizzare il ruolo di grande responsabilità che ricopre. Sfrutta il suo gran seguito per screditare, denigrare, sporcare l’immagine altrui, non curandosi di fomentare odio. Rifiuta il confronto, non risponde nel merito. Attacca e basta. La stampa tifosa la fiancheggia con l’arte della minimizzazione, per la rozza destra infatti si fa sempre troppo chiasso per nulla, si montano dei casi così, a buffo, giusto per fare polemica, e pure Vannacci, ad esempio, fascio-cazzaro d’alto bordo, passa per autore incompreso.
Urge però ricordare come si è arrivati a questo punto così basso. Giorgia è figlia del dissesto politico italiano, di una politica sempre più distante dal cittadino, sedotta dal potere, drammaticamente asservita agli interessi sovranazionali con buona pace dei votanti e dei loro sogni. Giorgia è figlia del berlusconismo e dell’uso della cosa pubblica per fini personali, è l’evoluzione autoritaria del caimano donnaiolo che aveva illuso molti di realizzare una rivoluzione liberale mai arrivata. Giorgia è figlia delle istituzioni che hanno monopolizzato la Rai a mano a mano, fino ad arrivare all’attuale e sempre più preoccupante situazione, e ad una diaspora senza precedenti.
Giorgia poi è soprattutto figlia di quella cultura delle tenebre che non rinnega il fascismo e anzi lo vezzeggia, lodando le sue presunte opere buone. Non si è mai dichiarata antifascista e probabilmente mai lo farà.
Presidente Mattarella, chi ha giurato su una Costituzione antifascista e non si dichiara antifascista, ma anzi si muove in antitesi, fatti alla mano, rispetto ai principi sui quali si fonda la Carta, può legittimamente governare? Attendiamo con ansia un suo monito. Nel frattempo, resistiamo!
Ps. Ricordo che in caso di impedimento temporaneo del Capo dello Stato gli subentra il Presidente del Senato, uno dei nostalgici più fieri, che conserva gelosamente in casa alcuni busti del Duce e non se ne vergogna, giusto per dare l’idea dei livelli infimi a cui siamo arrivati.