Durissimo scontro a L’aria che tira (La7) tra Livia Turco, esponente del Pd e già ministra della Salute nel governo Prodi, e il leghista Simone Pillon sull’emendamento di Fratelli d’Italia al dl Pnrr con cui si consente alle associazioni private pro-life di presidiare i consultori pubblici nel momento in cui una donna sceglie di abortire.

Turco spiega la sua assoluta contrarietà all’emendamento votato dal governo Meloni, smontando la tesi della destra secondo cui “non si vuole modificare la legge 194 ma applicarla”: “La realtà ci dice che grazie alla 194 c’è stata una drastica riduzione del ricorso all’aborto. Quindi, il principio che loro vogliono colpire, cioè la libertà di scelta delle donne, nel corso di ormai 30 anni, si è dimostrato essere un grande principio etico: l’esercizio della responsabilità. E solo attraverso l’esercizio della responsabilità e dell’autodeterminazione che le donne dicono no all’aborto. L’altro dato è che nessuno può parlare del dramma dell’aborto quanto una donna, anche quando lo sceglie”.
E si rivolge a Pillon, che è in collegamento: “Le cose che dite colpiscono l’umanità delle persone. Professor Pillon, c’è una disumanità in queste vostre campagne. E c’è anche la negazione dei fatti. Piuttosto bisognerebbe preoccuparsi del fatto che in questi anni sono diminuiti i consultori“.
L’ex parlamentare legge poi l’art.2 della legge 194 e aggiunge: “I consultori possono avvalersi della collaborazione di idonee formazioni sociali di base e di associazioni di volontariato, che però possono aiutare le maternità difficili dopo la nascita. Cioè non si interviene sul momento cruciale della scelta attuata da una donna. Quindi, il punto cruciale è che non si entra nei consultori per dissuadere una donna dall’aborto”.

Pillon ribadisce la posizione del governo: “Noi alla donna dobbiamo offrire uno Stato vicino che dia alternative, perché altrimenti quella dell’aborto non è una decisione ma una scelta obbligata. Se io non ho nessuna alternativa, devo per forza abortire. Noi invece dobbiamo costruire alternative e la 194 lo prevede. Quindi, dare applicazione alla 194, come è stato fatto da questo emendamento, non significa cancellare quella legge. Poi, se chiedete a Simone Pillon se bisogna cancellare la 194, la risposta la conoscete, perché l’aborto resta un orribile crimine che va prevenuto a mio modo di vedere e di tanti altri, come Papa Francesco“.
Livia Turco ricorda che la piena applicazione della legge 194 significa evitare che le donne “che hanno scelto o che sono costrette ad abortire” non debbano abortire clandestinamente. E aggiunge: “Oggi il dato dell’obiezione di coscienza così elevato e tante volte non regolamentato può portare delle donne a ricorrere all’aborto clandestino“.

Pillon si infuria e ribatte che non è mai successo: “Mi dia il nome di una donna che non è riuscita ad abortire”.
“No, si informi – replica Turco – C’è anche questo nell’esperienza di tanti operatori e nelle relazioni del Parlamento. E facciamo anche i consultori e mettiamo del personale qualificato, perché nei consultori a orientare una donna, a informarla su altre alternative e ad applicare l’ascolto ci sono bravissime ginecologhe e fiori di psicologhe e di assistenti sociali”.
“Lei ha detto che ci sono donne costrette ad abortire”, tuona Pillon.
“La donna che va in un consultorio è aiutata – ribatte Turco mentre Pillon nega – tant’è che i consultori hanno ridotto del 65% il ricorso all’aborto a partire dal 1982 al 2018. Si segni questo dato, Pillon“.

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