Adescavano e soggiogavano ragazze, adolescenti ma anche bambine per i festini orgiastici della setta che la difesa, nel corso del processo tuttora in corso, definisce "un gruppo di hippie allegri e gioiosi"
Le Bestie di Novara, una storia di 30 anni di abusi è quella accaduta a Cerano, in provincia di Novara. Si tratta di un paese di seimila anime o poco più che è stato scenario di quanto raccontato ieri per la prima volta nel corso dell’ultima puntata di “Far West”, il programma condotto da Salvo Sottile su Rai 3 che ha affrontato il caso della setta delle “Bestie di Novara”. Adescavano e soggiogavano ragazze, adolescenti ma anche bambine per i festini orgiastici della setta che la difesa, nel corso del processo tuttora in corso, definisce “un gruppo di hippie allegri e gioiosi”. A parlare ieri per la prima volta è stata una delle vittime in totale anonimato: “Sono rimasta legata alla setta per più di dieci anni e in questi dieci anni ho fatto di tutto. Nel giardino c’era un tronco dove capitava che qualcuna venisse bendata e frustrata”, ha detto con la voce rotta dal pianto. “Erano abusi sessuali ed atti sessuali estremi, anche con animali”, ha ribadito l’avvocato dell’accusa Marco Marzari.
Chi erano le bestie di Novara? Per raccontarlo dobbiamo tornare ai primi anni ’90 quando un uomo fonda un gruppo di ispirazione celtica ispirato al culto della natura, tale Gianni Maria Guidi, scomparso nel 2023 a 79 anni. Laureato in farmacia, Guidi iniziò un’attività di erboristeria ma da lì partì per fondare un’organizzazione settaria con cui ha fatto incetta di vittime ribadisce l’avvocato, “diverse donne soprattutto”. A prima vista sembrava un gruppo new age in voga in quegli anni, dedito a mappe astrali e ai tarocchi ma dietro c’era ben altro. Le persone facilmente reclutate andavano dalla fascia tra i 7 e i 27 anni. Spiega la psicologa del Centro studi abusi psicologici Lorita Tinelli: “le bambine venivano coinvolte attraverso giochi fantastici, nelle adolescenti si faceva presa sul desiderio di emanciparsi dai genitori e nelle persone più adulte rendendole più accettate dalla realtà interna e capaci di realizzarsi nella setta”. Le vittime erano quasi tutte di sesso femminile. Tre di loro hanno parlato ieri in esclusiva, naturalmente in anonimato.
“Io sono diventata una “bestiolina” dopo le superiori, ero già maggiorenne, non avevo amici e mi sentivo sola. A quell’età ti affascina, specie allora, ciò che è un po’ alternativo e che magari ti fornisce risposte e quesiti esistenziali che tutti a 20 anni si pongono. Di base le sue fedelissime ci dicevano che tutti abbiamo una sorta di divinità insita in noi, il problema è che c’è questa materialità per cui lo spirito è tenuto a freno. La materia era spazzatura da cui emergere attraverso i riti di Guidi”. Un’altra racconta: “Loro proponevano questa grandissima armonia, questa amicizia tra donne, era rassicurante. Professavano qualcosa che avesse origine nel mondo celtico in cui c’era una dea madre legata alla terra ad aspirare in quanto donna. Guidi era una persona carismatica, tutte le sue fedelissime lo veneravano in una sorta di effetto domino in cui finisci di credere anche tu. Quelle volte in cui mi ha rivolto la parola mi sentivo un’eletta”. Guidi aveva creato un mondo fiabesco. Chi entrava nella setta acquisiva un nome nuovo e l’elenco con tutti i nomignoli è stato recuperato dagli inviati di Far West. Il “dottore” era Guidi e ognuna delle ragazze aveva un animale totemico di riferimento. “Mi fu detto che ero una foca prima, poi un maiale”, racconta una vittima confermando una sorta di processo di disumanizzazione attraverso cui il guru stabiliva per ognuna una nuova identità, distruggendo il vero io e creando l’io setta che poteva risorgere solo seguendo i suoi riti magici ovvero pratiche sessuali estreme.
E ancora una di loro racconta: “La prima volta che ho incontrato Guidi è stato in una scuola di danza. Fui invitata a passare del tempo con loro in un giorno di chiusura. Eravamo tutte donne, si ballava, si cantava. C’era un senso di grande libertà, qualcuna si spogliava, si poteva anche stare nude. E poi è intervenuto Guidi e mi ha violentato, mi ha sodomizzato. Le altre donne mi abbracciavano felici durante questo meraviglioso rito di iniziazione, era difficile avere la concezione di abuso in un momento in cui tutte le altre si sentivano felici di quello che ti era appena successo. Mi ricordo che piansi mentre loro erano talmente felici e contente. Sembrava ciò che avrebbe fatto svoltare la mia vita”. Molte delle vittime erano minorenni come è emerso dalle indagini ancora in corso a Novara, nate da una denuncia presentata nel 2018 da una ragazza che racconta di essere stata introdotta a sette anni nella setta da sua zia. La ragazza dice di essere stata abusata da Guidi all’età di 11 anni. Una delle vittime intervistate lo conferma: “Io mi sono sempre rifiutata di praticare massaggi su bambine ma ce ne erano sotto gli 11 anni. Si diceva che dovevano essere preparate affinché fossero poi pronte ad incontrare il dottore e significava avere rapporti sessuali con lui. Io ero schifata ma c’era chi ne era estasiata, alcune dicevano che le persone potevano essere salvate sin da bambine grazie a questi riti”.
Tutto questo accadeva in casolari di campagna sperduti nel novarese “dove sono stati trovati – dichiara l’avvocato dell’accusa – ganci alle pareti a cui si veniva sospesi con delle corde, falli di legno”. Erano atti estremi dice l’avvocato avvenuti “anche con animali”. Una delle sue ex adepte fornisce ulteriori dettagli mostruosi: “Ci versavamo addosso la cera delle candele, usavamo delle mollette da attaccare ai genitali perché tramite il dolore ci allontanavamo dalla materialità. Eravamo completamente plagiate, non riuscivamo a capire cosa accedesse”. Forse perché quando si viene coinvolti in questi riti ci si sente eletti e prescelti se la mente è stata già completamente plagiata. “A poco a poco venivano instillate problematiche rispetto alla realtà esterna, alle famiglie, all’ambiente di intorno e ogni persona se ne distaccava fino a dedicarsi completamente alla setta”, raccontano ancora le vittime di Guidi.
Ma non c’erano solo il guru e i suoi seguaci. “Gli uomini non partecipavano ai riti sessuali, restavano fuori armati di mazze e pistole a fare da guardiani. Alcuni avevano il porto d’armi”. Uno di loro è stato raggiunto ieri dalle telecamere di Far West, lo chiamano “il Prof”. Intervistato dall’inviato della trasmissione, ha risposto in malo modo. Adescare nuovi adepti era anche un modo per alimentare il business di Guidi che aveva messo in piedi una struttura, ovvero un laboratorio che forniva varie erboristerie e due scuole di danza dove si tenevano dei corsi di spada celtica che era il primo step per arrivare alla setta. In questo mondo c’era anche la casa editrice “Terra di Mezzo”, che “Aveva il chiaro intento – si è detto nel corso del reportage – di plagiare i bambini attraverso le fiabe pubblicate. Una sorta di Bibbia per chi entrava nella setta. Libri ancora in vendita in luoghi in cui le vittime venivano adescati”.
Uno di questi è stato raggiunti dalle telecamere perché ancora aperto al pubblico. C’è anche un’erboristeria ancora aperta gestita da uno degli indagati legato a Guidi e alla setta sin dagli inizi, in base a quanto emerso dalle indagini, tanto che nell’insegna c’è il suo nome. “Non esiste nessuna setta – ha detto quest’uomo – Guidi è il miglior datore di lavoro che io abbia potuto desiderare”. All’interno della setta, ha infine detto una delle vittime, c’erano persone insospettabili con un ruolo attivo all’interno dell’organizzazione. “Sono stata avvicinata da una psicologa da cui ero andata per chiedere aiuto per la perdita di mio padre, avevo 22 anni ed ero molto attaccata alla natura. Lei mi indirizzò alla Bottega Celtica, poi ho capito che anche lei era interna alla setta”.