Il 26 gennaio, il Commissario generale dell’agenzia delle Nazioni Unite per gli aiuti ai palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, ha aperto un’indagine su alcuni dipendenti sospettati di essere coinvolti negli attacchi di Hamas del 7 ottobre in Israele e li ha licenziati. Tutto questo sulla sulla sola segnalazione da parte delle autorità israeliane che non hanno ad oggi prodotto alcun dossier con prove documentali. Sempre sulla base di questa segnalazione, vari paesi tra cui Australia, Canada, Italia, Germania, Finlandia, Paesi Bassi, Svizzera, Gran Bretagna e Scozia hanno sospeso i finanziamenti alla Unrwa.

Alcuni giorni fa il Guardian, giornale inglese, ha pubblicato l’anteprima dei risultati della commissione d’inchiesta indipendente guidata dall’ex ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, che ha condotto una indagine sulle accuse presentate da Israele all’indomani dell’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre dello scorso anno. Da questa inchiesta risulta che Israele non ha fornito – 3 mesi dopo la denuncia – prove a sostegno delle sue affermazioni secondo le quali i dipendenti dell’agenzia Unrwa dell’Onu a Gaza avrebbero legami con organizzazioni terroristiche.

In un mio intervento su questo stesso blog del 30 gennaio scorso, denunciavo il fatto che Israele volesse distruggere Unrwa perché aveva fornito larga parte delle prove che il governo sudafricano aveva esibito in sede di tribunale penale internazionale per sostenere l’accusa di genocidio nei confronti dello stato di Israele. In realtà sottovalutavo la gravità dell’azione del governo israeliano: far scomparire Unrwa dai territori palestinesi non solo avrebbe eliminato un testimone scomodo dei crimini commessi dall’esercito israeliano, ma avrebbe impedito il lavoro di censimento dei palestinesi obbligati ad abbandonare le proprie case privandoli così del sostegno formale e legale per il diritto al ritorno. In altre parole impedire Unrwa di operare significa privare i palestinesi della certificazione che li qualifichi come profughi con il diritto al ritorno nelle loro terre occupate, come previsto dalla Risoluzione 194 delle Nazioni Unite. Questa è a mio avviso l’ennesima operazione di pulizia etnica posta in essere dal governo israeliano che con ogni evidenza vuole cacciare la popolazione palestinese da Gaza.

A questo riguardo, oltre ad aver lanciato accuse che a distanza di mesi non sono state confermate e che quindi sono da considerare false, è obbligatorio anche soffermarsi sul numero delle vittime che Unrwa ha avuto a Gaza in questi sei mesi: 88. In altri termini l’esercito israeliano in questi mesi ha ucciso 88 (ottantotto, avete letto bene) lavoratori dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione (Unrwa). In nessuna altra guerra le Nazioni Unite hanno avuto un così alto numero di vittime e difficile pensare a così tanti errori da parte di una delle più oliate macchine da guerra che esistano sul pianeta.

Ci troviamo così di fronte a fake news confezionate dal governo israeliano al solo fine di poter allontanare le Nazioni Unite dal territorio di Gaza e poter procedere senza testimoni nel genocidio e di privare del diritto del ritorno i profughi palestinesi. Non è invece una fake news che il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, abbia esortato a infliggere la pena di morte ai prigionieri palestinesi al fine di ridurre il sovraffollamento delle carceri israeliane…

Cosa aspetta il governo italiano a ripristinare il finanziamento e la piena fiducia alla Unrwa come hanno già fatto in questi mesi l’Australia, Canada e Finlandia? Cosa aspetta a fare propria la denuncia del ministro degli Esteri e vice primo ministro irlandese Micheal Martin che ha accusato Israele di distruggere deliberatamente l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) per rimuovere il “diritto al ritorno” per i palestinesi? O il governo Meloni vuole seguire le orme degli Stati Uniti che nonostante l’infondatezza delle accuse di Israele ha deciso qualche settimana fa di tagliare definitivamente i fondi all’Agenzia delle Nazioni Unite?

Chi oggi lascia soli i palestinesi in modo che il genocidio non sia nemmeno visibile e documentabile è fino in fondo complice con il governo assassino di Israele. Per questo voglio esprimere il pieno appoggio al Centro di Ricerca ed Elaborazione per la Democrazia che ha depositato un esposto contro il governo italiano per complicità nel genocidio del popolo palestinese.

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