Una buona comunicazione e un clima sereno tra i dipendenti rende l’ambiente lavorativo meno stressante, e fin qui si suppone che non sia nulla da obiettare. Non sempre però si riesce ad ottenere questa serenità e i litigi sono sempre dietro l’angolo. Chris ha raccontato su TikTok la sua ultima esperienza lavorativa che ha a che fare con lo smartworking. Il suo capo gli impediva infatti di lavorare da casa perché riteneva la sua presenza in ufficio essenziale. Il ragazzo chiedeva invece di poter fare il contrario, trovando lo spostamento una perdita di tempo e il rendimento migliore da remoto.
In un brevissimo video, Chris inquadra la sua faccia compiaciuta, mentre in sovrimpressione mostra la scritta: “Mi è stato detto recentemente che non posso lavorare da casa, anche se in realtà faccio tutto da remoto, e mi vogliono in ufficio. Quindi, ho cancellato Teams e l’app della mail dal mio telefono. Il mio capo ha provato a chiamarmi ieri sera per una cosa urgente, e non è riuscito a raggiungermi. Mi ha chiesto perché e io gliel’ho detto che stavo facendo ciò che mi era stato ordinato, ovvero non lavorare quando sono a casa”.
La “vendetta” di Chris ha un nome ben preciso, “malicious compliance”, traducibile in “obbedienza ostile”. Il lavoratore agisce entro i termini e i servizi che gli sono stati dati, ma allo stesso tempo si oppone ad essi. Chris è solo uno dei casi di “malicious compliance”, il suo video TikTok infatti ha riscosso molto successo e in molti hanno commentato, condividendo la loro esperienza: “Ho fatto la stessa cosa e ho anche bloccato il suo contatto dal telefono così ero raggiungibile soltanto dal telefono dell’azienda, che lascio al lavoro”, scrive qualcuno.
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