Televisione

L’Eredità, Marco Liorni sul suo commento all’Oro della Patria: “Sono antifascista. Diamoci una calmata e confrontiamoci civilmente”

In un video pubblicato sul proprio profilo Instagram, il conduttore ha replicato alla polemica delle ultime ore

di Gabriele Scorsonelli

Marco Liorni rompe il silenzio e fa chiarezza sul polverone alzato da alcune sue parole a “L’Eredità”. In una recente puntata del quiz, grande forza dell’access di Rai1 con ottimi ascolti, il conduttore aveva chiesto a una concorrente l’anno di svolgimento della campagna “Oro della patria”, che obbligava gli italiani a donare oggetti di valore, oro e perfino le loro fedi nuziali al regime di Mussolini per sostenere i suoi progetti bellici. La risposta era arrivata, corretta: 1935. “Pensate, tantissime famiglie hanno compiuto questo gesto veramente patriottico, quello di donare la fede matrimoniale alla Patria con una ricevuta e un anello senza nessun valore”, aveva commentato il padrone di casa. Sul web, l’intervento era stato subito condannato e bollato come un elogio al ventennio fascista.

Alcune ore fa, attraverso un video pubblicato sul proprio profilo Instagram, è arrivata la replica di Liorni: “Ciao a tutti! Nella puntata andata in onda ieri de L’Eredità, c’era una domanda che si riferiva alla giornata della fede del 1935. Quando mi è apparsa sullo schermo, mi ha suscitato delle emozioni perché tante volte, tra i miei nonni e mio padre, che era nato in quei giorni, in famiglia se ne è parlato – ha esordito –. È stata una giornata di grande sofferenza. Togliersi la fede d’oro per metterne una di ferro, in quell’Italia, era un gesto sofferto, ma anche di patriottismo. È quello che mi hanno raccontato e quello che dice la Storia, vista con lo spirito dei tempi, non con gli occhi di oggi. Ci sono state anche persone che hanno donato e non avrebbero voluto farlo. Ma lo spirito di quella giornata era patriottico”. Il conduttore ha poi tenuto a ribadire le sue posizioni convintamente antitotalitarie: “Volevo dire a chi ha pensato che stessi elogiando il fascismo e anche ai picchiatori del web, che io sono un antifascista e non potrei mai fare un elogio del fascismo. Non mi verrebbe proprio. Stavo raccontando, con l’ottica di quei tempi, le emozioni di quel giorno”, ha sottolineato.

E ancora: “Quando in quel gioco de L’Eredità, in cui si va nella storia, esce fuori qualcosa che emotivamente coinvolge, cerco, anche con la voce, di tornare a quel momento. Dovevo un chiarimento. Mi dispiace per chi ha interpretato in modo diverso, avrei dovuto essere più chiaro”. Infine, un’ultima opinione sulla questione: “Penso che dobbiamo anche un po’ darci tutti una calmata, magari confrontarci su questioni più costruttive e in un modo più civile”.

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