Difficile stabilire se la strategia di comunicazione messa in essere dal team che segue Chiara Ferragni stia funzionando o meno. L’imprenditrice digitale è alle prese con l’indagine della procura di Milano e una nuova istruttoria dell’Antitrust sulle uova di Pasqua dopo quella del pandoro Balocco. E c’è il divorzio in corso da Fedez con tutta la sofferenza che, c’è da immaginare, porta con sé. Difficile, dicevamo, capire se la scelta di cosa postare sui social sia giusta, è troppo presto. Ma le analisi sono ovunque: tutti pronti a dire che, vista la nuova limitazione dei commenti, le cose per lei stanno andando male. Non è possibile capire se il mondo Ferragni sia effettivamente ancora in grave crisi da questo solo indizio, perché stiamo parlando di una realtà aziendale complessa che non ha a che vedere solo con i commenti di follower ed haters. Registriamo però che Ferragni ha effettivamente limitato chi può interagire con lei e, leggendo alcuni commenti, pare che le affermazioni più negative vengano eliminate. Un buon modo di gestire Instagram? Chissà. Certo fino a ora sembra che i “guru” scelti dall’imprenditrice digitale proprio grandi “guru” non siano, ma magari stavolta la scelta di far sfoggiare a Ferragni body e abiti della stilista albanese Nensi Dojaka e altri look estremamente eleganti è quella giusta. Chissà. Intanto si legge: “Perché c’è lo staff, pagato di Chiara Ferragni che obbliga a mettere solo le cose positive ,e quindi si leggono solo le cose belle”, “Non si vede per niente che i commenti negativi vengono cancellati”, “Qualcuno mi spiega perché i commenti negativi vengono immediatamente cancellati?”, e così via.
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