Amato e desiderato dai collezionisti di tutto il mondo, Krauss ha spesso attirato l'attenzione dello scintillante glamour della Moda
Il provocatorio titolo della mostra berlinese “This is not a fashion photography” (Questa non è una fotografia di moda, ndr) racchiude l’essenza di tre decenni di straordinaria carriera artistica del maestro dei ritratti tedesco, Ingar Krauss. Abbiamo avuto la possibilità di visitare in anteprima questa mostra che rimarrà aperta alla galleria berlinese Jaeger fino al 22 giugno e che si inserisce nel solco di un rinnovato interesse per questo artista, tanto schivo quanto unico e riconoscibile. Se Berlino celebra i ritratti, in contemporanea Roma racconta le sue nature morte nella mostra aperta fino al 20 luglio da Gaggenau “Deep Blossom. E’ solo un fiore?“. Amato e desiderato dai collezionisti di tutto il mondo, Krauss ha spesso attirato l’attenzione del mondo della moda (da Santoni a Drumohr), che ha (erroneamente) interpretato i suoi volti efebici, emaciati e malinconici come espressioni di una estetica di tendenza. Tuttavia, Krauss è tutto tranne che un mondano fotografo di moda. La sua è una voce distante da quel mondo, propria di un uomo autenticamente dell’est, dalla vita riservata e tormentata. Il suo lavoro trasuda una profondità e un’intensità che va ben oltre i confini del fashion. Sia nei suoi ritratti che nelle nature morte, Krauss ha trovato un linguaggio per andare oltre il proprio silenzio ed esprimere le sue inquietudini più profonde, trasformando la fotografia in un mezzo di esplorazione interiore e di comunicazione autentica.
Ingar Krauss e il successo dei suoi ritratti
Nato a Berlino nel 1965, lontano dalle luci della ribalta, Krauss ha attraversato gli anni difficili della Germania dell’Est prima della caduta del Muro. Il regime sovietico gli negò l’opportunità di studiare fotografia e per anni ha svolto lavori umili come meccanico, tecnico di scena e assistente in un ospedale psichiatrico. Queste esperienze hanno plasmato il suo sguardo, consentendogli di cogliere le sottili sfumature delle emozioni umane. Dopo la caduta del Muro, durante un periodo di grande trasformazione per la capitale tedesca, Krauss ha cominciato a immortalare i suoi dintorni, catturando l’anima di una città in evoluzione. Tuttavia, è stato con i suoi ritratti intimi, focalizzati in primis sulla sua famiglia e i suoi amici, che Krauss ha iniziato a delineare il suo stile unico. Queste fotografie non sono semplici immagini, bensì autentiche finestre sull’anima umana, che danno voce alle storie di persone altrimenti ignorate dalla società. Dai lavoratori migranti ai giovani detenuti, Krauss è stato in grado, e continua tuttora, di catturare la dignità e la complessità di ogni singolo individuo. Le sue opere non sono semplici ritratti, ma vere e proprie narrazioni della vita umana.
L’Anti-Fashion Photographer nato nella Berlino Est
Con questo spirito, la curatrice Candice M. Hamelin ha plasmato la mostra berlinese “This is not a fashion photography“, quasi a rivendicare una distanza dalla ritrattistica di moda. Ne emerge un Krauss ruvido, autentico, del tutto estraneo e quasi incompatibile con lo scintillante glamour della moda e con i suoi necessari compromessi di mercato. E’ il racconto di una fotografia senza compromessi, sempre in cerca di un significato e di un senso che non sempre si trovano dentro di noi.
Foto: Courtesy Ingar Krauss