“Secondo Italo Bocchino il 25 aprile ci ha dato la libertà perché “ci ha liberato da quei pazzi dei tedeschi”? Lui è un ragazzo simpatico ma quello che ha detto è, diciamo così, un po’ surreale“. Così, ai microfoni di Uno, Nessuno, 100Milan, su Radio24, lo scrittore Giampiero Mughini, esplodendo in una fragorosa risata, commenta un passaggio dell’intervista rilasciata a Repubblica dal direttore editoriale del Secolo d’Italia Italo Bocchino, ex parlamentare finiano che, sempre sul quotidiano diretto da Molinari, si definisce ‘opinionista d’area’.
“Ci sono sicuramente persone che riaggiustano i fatti storici a proprio piacimento – continua Mughini rispondendo al conduttore Alessandro Milan – purché però non si vada ostinatamente a cercare a tutti i costi lo scontro”.
Lo scrittore si pronuncia poi sul caso Scurati: “Definire questa vicenda ‘putiferio’ significa attribuire importanza a una cosa la cui meschinità è pressoché illimitata. Parlo della meschinità di un gruppo dirigente Rai che trova scandaloso mandare in onda un monologo in cui si dice come è morto Matteotti. Insomma, un testo in cui si dice come è morto Matteotti diventa la pietra dello scandalo. Dio mio, Dio mio, questo comportamento è stato di una tale meschinità che “lei” (Giorgia Meloni, ndr) si è pubblicato quel pezzo nel suo social”.
E conclude: “È un testo di cui non si sarebbe accorto nessuno perché sono cose sapute e risapute e che diventano uno scandalo perché 4 burocrati di partito oppongono un veto e una censura senza spiegare alla povera Bortone il perché di quella loro decisione dicendo che 1800 euro lordi, che poi sono 900 euro netti, sono una cifra scandalosa. Non lo è affatto per uno scrittore che su quell’argomento ha un curriculum considerevole”.