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Barbero a La7: “I miei due nonni erano fascisti, uno fu fucilato dai partigiani. Ma si deve superare la memoria personale, serve la storia”

I miei due nonni erano fascisti e uno dei due fu fucilato dai partigiani. Però con tutto il dolore che la mia famiglia ha provato per questo, forse perché faccio lo storico, so che la memoria personale non basta, perché bisogna andare un po’ più in là e arrivare alla storia. Io capisco il punto di vista di chi ha subito lutti in quel periodo, però non può restare chiuso in questa cosa”. Sono le parole pronunciate a Dimartedì (La7) dallo storico Alessandro Barbero, rispondendo a una domanda del conduttore Giovanni Floris sui motivi per cui esponenti del governo Meloni, dalla seconda carica dello Stato Ignazio La Russa fino al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, diano una connotazione così negativa all’antifascismo.

Barbero aggiunge: “Il problema di quella parte d’Italia che ha continuato a insegnare ai bambini che la Resistenza era fatta da ‘criminali’ è che effettivamente tanti italiani stavano dall’altra parte, tanti italiani hanno sofferto la guerra partigiana, tanti italiani si sono sentiti sconfitti. E questo è un dato di fatto. Ma in ogni guerra c’è chi vince e chi è sconfitto e ci sono guerre in cui, a differenza di questa, non è così evidente chi sta dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata. Una delle tragedie dell’Italia, secondo me, è proprio questa difficoltà di andare al di là della propria memoria”.